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 MONDO - MONDO - UNGASS. Documento finale: punto e a capo....
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22 aprile 2016 17:30
 
L'impegno a rafforzare la cooperazione per una societa' libera dalle droghe e piu' consapevole: e' il minimo comune denominatore fissato in una dichiarazione approvata a New York al termine di un vertice delle Nazioni Unite sul traffico di sostanze stupefacenti.
Nonostante negli incontri al Palazzo di vetro non siano stati approvati documenti con potere vincolante per gli Stati, il direttore dell'Ufficio dell'Onu per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine (Unodc) Jurij Fedotov si e' detto soddisfatto: "Questo vertice- ha detto- ha offerto un'opportunita' decisiva in un momento chiave per costruire una maggiore consapevolezza delle sfide da affrontare". Secondo il dirigente di Unodc, piu' volte durante gli incontri e' stata sottolineata la necessita' di politiche anti-droga "che mettano le persone al primo posto".
Il vertice e' stato organizzato su richiesta dei governi di Colombia, Messico e Guatemala, Paesi alle prese con violenze diffuse legate al narcotraffico.

"Le politiche sulle droghe che si concentrano quasi esclusivamente sull'uso del sistema di giustizia penale hanno bisogno di essere ampliate, abbracciando un approccio per la salute pubblica", ha detto tra gli applausi il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Margaret Chan.
Il presidente del Messico Enrique Peña Nieto ha detto che la lotta alla droga deve essere vista dalla "prospettiva dei diritti umani", e ha avvertito che pene severe per l'uso di droghe "creano un circolo vizioso di emarginazione e criminalità."
Affermando che il suo Paese ha pagato un "prezzo alto" per fallite politiche sulle droghe a livello mondiale, ha anche sostenuto la depenalizzazione dell'uso di marijuana per scopi medici e scientifici.
I delegati provenienti da Unione Europea, Svizzera, Brasile, Costa Rica e Uruguay, tra gli altri, hanno chiesto l'abolizione della pena di morte per i reati legati alle droghe, una pratica ampiamente utilizzata da Cina, Iran e Indonesia.
Il delegato indonesiano è stato fischiato quando ha sostenuto che spetta ai singoli Stati decidere sull'uso della pena di morte, in una dichiarazione appoggiata da Singapore, Arabia Saudita, Cina, Iran e Pakistan, tra gli altri Paesi.
Il documento adottato nella sessione non fa alcun riferimento alla pena di morte, ma chiede ai governi di "promuovere politiche giudiziarie nazionali proporzionate ... per cui la gravità delle sanzioni sia proporzionata alla gravità dei reati".
Il Pakistan ha detto di essere seriamente preoccupato per la tendenza verso la legalizzazione dell'uso di marijuana e altre droghe.
L’Uruguay è diventato il primo Paese a legalizzare completamente la marijuana nel 2013 e il Canada è tra i paesi che guardano ad una misura simile.
"Questo darebbe un impulso alla domanda di droga, intensificando la filiera con ricadute dirette sulla nostra regione," ha avvertito il ministro dell'Interno pakistano Chaudhry Nisar Ali Khan.
"Abbiamo sognato una società libera dalla droga piuttosto che una società che la tollera", ha detto.
Il Ministro cinese per la Sicurezza Pubblica Guo Shengkun si è detto d’accordo: "Ogni forma di legalizzazione degli stupefacenti deve essere risolutamente contrastata."
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