I pannelli, tocca ripeterlo in eterno, sono riciclabili al
100%.
E la ricchezza spesa per costruire impianti di produzione da
rinnovabile, ritornerà in energia per secoli.
14 ottobre 2011 16:29 - ennio4531
I 90 miliardi di euro di incentivi che dovremo pagare anche
ai cepu per coprire lo 0,5% del fabbisogno elettrico
nazionale sono cifre attestate anche da Altroconsumo, noto
mensile pro energie rinnovabili.
E' pietoso il cepu, quando per ridurre la portata degli
incentivi, cita solo il IV conto energia e gli incentive
degli altri tre conti a chi li addebitiamo ?
Per quanto attiene la discarica delle centinaia di migliaia
di pannelli al cadmio , tossico e nocivo,che fra 20 anni ci
sovrasteranno, cepu , che ci inonda della sua etica, ci può
dire dove abita ?
14 ottobre 2011 16:08 - ennio4531
Che si fa per le scorie... quello che da decenni e decenni
fanno la Francia, Germania, Spagna ecc. ecc. senza che si
siano verificate pestilenze o stragi:
basta copiare !
14 ottobre 2011 13:38 - Cepu
La Sogin, società statale che si occupa dello smaltimento
delle scorie nucleari, afferma di aver già individuato 50
località in cui risulterebbe possibile impiantare questi
speciali “luoghi di contenimento“.
Il nome di queste aree non è stato reso noto, mentre è
stato fatto sapere che di queste soltanto una verrà alla
fine scelta come luogo designato.
"CASA DI ENNIO" :D
14 ottobre 2011 12:58 - Cepu
Da notare: l'argomento del post è lo smaltimento delle
scorie nucleari italiane rimasto orfano politicamente, e
complice il tempestivo allontanamento del "brillante"
Veronesi, che ormai non ci sta più.
Il funambolico ennio spara una cortina fumogena, e tenta di
spostare l'attenzione sul fotovoltaico.
Le risposte sulle fonti rinnovabili le ha avute. Torniamo in
tema: che si fa per le scorie ?
Governo, se ci sei batti un colpo ...
14 ottobre 2011 12:26 - Cepu
le solite barzellette che ormai non fanno più ridere. I
nove miliardi sono certi, i 90 sono delle tue ipotesi future
basate su fotovoltaico, in netto contrasto con quanto
dispone il quarto conto energia, che limita gli incentivi al
2017.
Le centinaia di pannelli di cui parli, saranno acquistati
dai privati che decideranno di produrre. Non certo dai
consumatori o dallo stato.
L'EU ha definito il cadmio nocivo e inquinate, sempre meno
del plutonio delle terrificanti centrali atomiche, ma ha
permesso la produzione di pannelli fotovoltaici in quanto li
ha ritenuti sicuri tanto quanto quelli al silicio.
La straordinaria espansione degli impianti fotovoltaici nel
nostro paese ha condotto l'Italia ai vertici della classica
europea dei produttori di energia da questa fonte
rinnovabile.
Il numero degli impianti sta crescendo in maniera
esponenziale e dunque tra qualche anno sarà neccesario
affrontare il problema di un corretto recupero dei pannelli
fotovoltaici che vengono dismessi perché hanno terminato il
loro ciclo produttivo.
Il problema non è di poco conto se si considera che
all'interno dei pannelli sono presenti materiali altamente
inquinanti se rilasciati liberi nell'ambiente.
E' importante perciò segnalare l'iniziativa messa in campo
in questi giorni dal Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo
(Cobat) e il Comitato IFI-Industrie Fotovoltaiche Italiane
che hanno deciso di dare vita ad un consorzio per il
recupero e riciclo della tecnologia solare.
L'accordo di programma prevede anche la realizzazione di un
vero e proprio sistema di mappatura di tutti gli impianti
presenti sul territorio nazionale ed un meccanismo di
tracciabilità in grado di “seguire” i moduli
fotovoltaici esausti dal momento della raccolta sino
all'impianto di destinazione finale
14 ottobre 2011 11:25 - ennio4531
Se l'uscita dal nucleare ci costerà 9 miliardi di euro, che
dire dei 90 miliardi di euro che dovremo pagare nei prossimi
20 anni solo in incentivi per ottenere lo 0,5% di energia da
fotovoltaico ?
Quanto ci costeranno le centinaia di migliaia di pannelli
solari al cadmio, che l'EU ha definito nocivo e inquinante,
per smaltirli quando fra 20 anni dovremo buttarle nel
pattume ?
E se i gestori di impianti fotovoltaici, finiti gli
incentivi, chiudessero per fallimento, a chi spetterà
bonificare i pannelli inquinanti ?
13 ottobre 2011 9:38 - Cepu
SOGIN è ancora bloccata tra rimpalli di agenzie e latitanza
del governo, che non entra più sul tema.
Tuttavia i consumatori continuano a pagare circa tre euro
per ogni bolletta.
Nel primo semestre 2011, Sogin ha realizzato attività di
decommissioning pari a 22,1 milioni di euro, con un
incremento del 50% rispetto alla media del periodo
2007-2010.
Complessivamente dal 2001 al 2020 l’uscita dal nucleare e
la messa in sicurezza delle scorie costerà 9 miliardi di
euro.
Nei prossimi quattro anni verranno anticipate le demolizioni
delle parti convenzionali degli impianti in decommissioning.
Nel primo semestre 2011 sono state contrattualizzate
attività per 82,8 milioni di euro, rispetto ai 25,9 milioni
dello stesso periodo del 2010 con un incremento di oltre tre
volte. Questi importi sono stati assegnati per il 76% (63
milioni) attraverso procedure di gara, rispetto al 42% (10,8
milioni) assegnati nel primo semestre 2010. Il ribasso delle
gare ha prodotto risparmi per 12 milioni di euro. «Il nuovo
piano industriale intende migliorare l’efficienza e
l’efficacia delle nostre attività con l’obiettivo di
ottimizzare tempi e costi, per concludere la bonifica degli
impianti nucleari, portarli a prato verde e restituirli ai
cittadini e al territorio, consapevoli che Sogin è
allineata alle migliori esperienze internazionali- spiega
Giuseppe Nucci, AD della società – Sogin è chiamata a
realizzare la più importante bonifica ambientale nella
storia di questo Paese: tutti i giorni i nostri dipendenti
operano per garantire la sicurezza dei cittadini italiani».
16 marzo 2011 18:32 - lucillafiaccola1796
facce di gnokke e facce di prostate!
16 marzo 2011 17:33 - Cepu
Vorrei far presente ai nuclearisti calcolatori che il solare
non è solo elettrovoltaico, ma soprattutto termodinamico.
Nel 2005, Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, lasciò
la presidenza dell'ENEA, in un periodo di contrasti con
quanti non erano disposti a finanziare il solare
termodinamico a concentrazione. L'uso di sali fusi come
fluido di scambio termico compare anche nel progetto di
nuovi sistemi che condividono la necessità di liquidi di
conduzione ad alta temperatura come i reattori a fissione di
IV Generazione ed i reattori nucleari a fusione. Vedasi
anche progetto DESERTEC.
@alivelore: SOGIN è una SPA, quindi privata, anche se le
azioni sono al 100% proprietà del tesoro. In questa forma
(SPA non ENTE), risponde dei propri guai limitatamente al
proprio capitale, il minimo indispensabile. Se fallisse in
una causa, niente capitale niente rimborsi. Altrimenti,
chiediti, perchè fare una SPA ?
16 marzo 2011 11:41 - antonio4555
Sì, la prima ad Arcore, la seconda a Villa Certosa...
16 marzo 2011 11:39 - prozaq
tanto il nucleare è sicuro, cominciamo a fare la prima
centrale ad Arcore
16 marzo 2011 10:46 - antonio4555
I costi collaterali. Ecco un altro aspetto che non si era
considerato, come si continua a non considerare - perchè
non fa comodo - lo smaltimento delle scorie: nessuno sa come
si potrà risolvere il problema. Quindi, per riepilogare i
vantaggi della scelta nucleare: costi di impianto e di
produzione altissimi; smaltimento delle scorie impossibile;
costi collaterali elevatissimi e non quantificabili; danni
incalcolabili all'ambiente. Energie rinnovabili: costi di
impianto altissimi, costi di produzione e collaterali
ridotti ai minimi termini, ambiente salvaguardato. Certo non
sono belle da vedere le pale eoliche e gli impianti
fotovoltaici, sono forse belle le ciminiere del nucleare?
Ultimissima considerazione: i leghisti (che fanno parte del
governo del fare) non le vogliono nei LORO territori (forse
le vorrebbero al sud; i Berlusconiani dicono che è
impensabile tornare indietro: ma dove le mettono?
16 marzo 2011 9:10 - Zanna
@ennio che dimostra sempre di più di essere poco informato,
ti ricordo che il Cip6 non va (purtroppo) alle rinnovabili,
ma in gran parte alle "assimilate" ossia gli inceneritori
della Marcegaglia e la Saras di Moratti... se non se li
intascassero loro non ci sarebbe bisogno di chiedere altri
soldi ai cittadini per ripianare gli incentivi.
Sui costi delle bollette ha già detto tutto molto
chiaramente sergio e non c'è bisogno che ripeta io, ma
un'altra cosa è importante dirla: nei costi di un'attività
(che si tratti di produzione di energia elettrica o altro)
non si considerano MAI i costi collaterali derivati dai
danni ambientali e dai costi della sanità per curare quelli
che si ammalano (che sono sempre a carico delle tasche dei
cittadini). Quanto costeranno adesso le centrali nucleari ai
giapponesi (oltre i soldi già spesi)? Se al posto di una
centrale nucleare ci fosse stata una solare o eolica
avrebbero avuto gli stessi danni e gli stessi costi per
ripararli?
15 marzo 2011 23:58 - ennio4531
energie rinnovabili e i loro costi .. salati.
Dalla «Relazione sullo stato del mercato nazionale
dell’elettricità e del gas» , consegnata quest'anno al
Parlamento dall'Autorità per l'energia, apprendiamo che il
primo e più urgente di tutti è il provvedimento sugli
incentivi alle energie rinnovabili, che rischiano di
rivelarsi un boomerang per i consumatori per effetto di un
«sistema di incentivi, fra i più profittevoli al mondo»
con un impatto crescente in bolletta.
Dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati infatti ai
3,4 del 2010 e ora, tra il sistema di sostegno alle fonti
rinnovabili e assimilate, il cosidetto Cip6 (già costato 23
miliardi dal 2001 ad oggi), la «crescita esponenziale»
degli incentivi al fotovoltaico e i «certificati verdi»,
il sostegno alle fonti alternative potrebbe tradursi in una
stangata da 5,7 miliardi nel 2011 da addebitare in bolletta
a carico degli utenti .
Il tutto per coprire il 0,6 % del nostro fabbisogno
elettrico.
Alla faccia !!
15 marzo 2011 23:58 - ennio4531
energie rinnovabili e i loro costi .. salati.
Dalla «Relazione sullo stato del mercato nazionale
dell’elettricità e del gas» , consegnata quest'anno al
Parlamento dall'Autorità per l'energia, apprendiamo che il
primo e più urgente di tutti è il provvedimento sugli
incentivi alle energie rinnovabili, che rischiano di
rivelarsi un boomerang per i consumatori per effetto di un
«sistema di incentivi, fra i più profittevoli al mondo»
con un impatto crescente in bolletta.
Dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati infatti ai
3,4 del 2010 e ora, tra il sistema di sostegno alle fonti
rinnovabili e assimilate, il cosidetto Cip6 (già costato 23
miliardi dal 2001 ad oggi), la «crescita esponenziale»
degli incentivi al fotovoltaico e i «certificati verdi»,
il sostegno alle fonti alternative potrebbe tradursi in una
stangata da 5,7 miliardi nel 2011 da addebitare in bolletta
a carico degli utenti .
Il tutto per coprire il 0,6 % del nostro fabbisogno
elettrico.
Alla faccia !!
15 marzo 2011 18:51 - lucillafiaccola1796
Questo avviene per ragioni di convenienza economica (SEMPRE
per furfanteria e cialtronaggine)
sergio2 troppo buono io che sono * Gattiva, mi sono permessa
di variare la tua frase
interessante sarebbe sapere il nome dei beneficiari della
rovina della nostra vita e soprattutto di quella dei piccoli
che mettiamo al "mondo" senza esigere una terra meno
inquinata
"dall'u-mano bruto"! e vai!
15 marzo 2011 16:18 - sergio2
...
Quanto citato da Ennio non è per nulla in contraddizione
con quanto da me affermato.
In breve, affermo che la nostra classe politica è così
poco credibile che riesce a lucrare su ogni cosa e ogni
appalto.
Infatti, persino con le energie pulite… ci siamo sporcati
le mani con la criminalità organizzata.
Permettete che è più tranquillizzante sapere che ci sia
qualcuno che ha incassato tangenti per concedere il permesso
per piantare qualche pala eolica piuttosto che scoprire che
una centrale nucleare è stata costruita per intascare
tangenti?
In questo Paese si arriva a mobilitare l’esercito per
gestire un ordinario problema d’immondizia urbana,
trasformata ad arte in emergenza per lucrare da anni molti
miliardi… e dovrei fidarmi di questa politica?
Attenzione, non ne faccio una questione di fazione politica:
tutta la nostra classe politica, con pochissime eccezioni,
è priva di affidabilità.
Quanto ai referendum e alla mazzata sui piedi di cui scrive
il nostro evidentemente non informato Ennio, tranquilli:
rinunciarono al nucleare per il lucroso mercato del gas.
I referendum non comportavano la chiusura delle centrali
che, infatti, furono tutte fermate ben prima dei referendum,
che si svolsero in data 8 novembre 1987.
La centrale di Borgo Sabotino (LT) fu fermata il 26 novembre
1986 in attesa di decisioni governative e chiusa
definitivamente con delibera CIPE il 23 dicembre 1987.
Le altre due centrali funzionanti in Italia, Caorso e Trino,
furono fermate per la ricarica (la prima il 25/10/1986, la
seconda il 21/3/1987) e non riavviate in attesa di una
decisione del Governo, che, con delibera CIPE del 26/7/1990,
dispose la chiusura definitiva di entrambe le centrali.
Tutte le centrali furono fermate ben prima dei
referendum.
Le delibere CIPE (Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica) arrivarono subito per Latina
mentre per le altre due centrali arrivarono soltanto nel
1990: proprio perché i referendum non comportavano la
chiusura delle centrali (basta andarsi a rileggere i quesiti
per rendersene conto).
I governi dell’epoca ratificarono a fine 1987 e nel 1990
quanto avevano deciso già prima dei referendum spegnendo le
centrali.
Infatti, il Parlamento, all’indomani dei referendum, con
la mozione del 18 dicembre 1987, deliberò semplicemente
“una moratoria per le nuove costruzioni nucleari di cinque
anni”.
E non ci fu nemmeno una partecipazione straordinaria: appena
il 65% circa degli aventi diritto mentre due anni prima sul
costo del lavoro partecipò il 78% e nel 1989 sul
Conferimento del mandato costituente al Parlamento Europeo
partecipò l’81%!
Dov'è allora questa spinta emotiva?
Quanto ai costi dell’elettricità, la necessità di una
valutazione del fabbisogno energetico nazionale è
indispensabile per fare delle scelte logiche ed
efficienti.
La realtà vera è che in questo Paese non esiste da molti
decenni alcuna politica energetica.
Se non importassimo energia elettrica, il risparmio sarebbe
semplicemente il differenziale di costo tra prezzo
d’importazione e prezzo di produzione. E non l’intero
prezzo. Chiro, no?
Ben poca cosa quindi giacché preferiamo importare piuttosto
che produrre.
Basta leggere i dati del GSE per appurare che preferiamo
produrre meno energia di quanta ne potremmo produrre perché
ci costa meno importarla.
Non c’è un problema di disponibilità di energia
elettrica poiché i nostri vicini (francesi, svizzeri,
austriaci…) ne producono in eccesso e in particolare i
francesi la devono svendere.
Abbiamo quindi tutto il tempo che serve per attendere e
puntare su sistemi di produzione più sicuri e meno
dispendiosi delle attuali centrali nucleari.
Quella della bolletta energetica è quindi un’altra bufala
colossale, poiché sul conto elettrico che tutti paghiamo ci
sono anche gli incentivi dati ai comuni che hanno i siti
nucleari e i costi per lo smantellamento delle centrali e
per la gestione delle scorie.
Se poi vogliamo confrontare la nostra bolletta con quella
francese, sarebbe opportuna depurare i costi della
componente fiscale: la differenza scende molto rispetto a
quel ridicolo 40% evocato da chi, disinformato, non ama i
dati.
La centrale del Garigliano fu chiusa nell’agosto 1978, per
l’esecuzione di rilevanti interventi di adeguamento, che
però, a seguito di valutazioni economiche, fu deciso di non
effettuare. Con delibera CIPE del 4/3/1982 fu pertanto
disposta la sua chiusura definitiva e furono avviate le
operazioni per porre l’impianto in “custodia protettiva
passiva”.
Dal 1978 a oggi, e sarà così per tutto questo decennio con
alta probabilità, quella centrale continua a costare e il
suo costo è nelle nostre bollette elettriche…
Se devo scegliere, preferisco che ci sia un costo per
incentivare un po’ di pannelli solari piuttosto che pagare
per incentivare produzione di energia nucleare, stante la
totale mancanza di credibilità e capacità di questa classe
politica.
Stante la totale mancanza di trasparenza nei processi
decisionali.
15 marzo 2011 14:24 - IVAN.
.
NUCLEARE? FORSE.
IRRESPONSABILI? NO, GRAZIE.
*****
(da Sergio:) «Il fatto che una centrale nucleare si spenga
automaticamente, è l'inizo dei problemi e non la soluzione
dei problemi.»
____________________________
...Sic et simpliciter.
Alle teste di rapa dico: il disastro del Vajont si è
verificato perchè i responsabili della diga si erano puliti
il sedere con le norme di sicurezza, malgrado i ripetuti
rischi di crollo che gli erano stati segnalati persino IL
GIORNO PRIMA che il Toc franasse.
Ai chiacchieroni continua a sfuggire il punto centrale
dell'INTERA questione sul "Nucleare":
qui non si tratta di determinare se in cosiddetto "Nucleare"
sia conveniente o meno, sicuro o meno, sorpassato o meno;
si tratta di determinare con quale SENSO DI RESPONSABILITÀ
gli appositi Incaricati intendono portare avanti un dato
progetto.
E purtroppo i loro comportamenti parlano chiaro: questi
"incaricati" (dalla patetica Prestigiacomo al pateticissimo
Scajola) non dimostrano assolutamente la coscienziosità
necessaria per gestire un progetto di tale portata.
Io non sono contrario a priori al Nucleare, ma ad
"incaricati" del genere non darei l'avallo di far installare
nemmeno una pila Duracell. Figuriamoci quindi una centrale
atomica.
.
15 marzo 2011 14:05 - antonio4555
Mi pare che si stia facendo tanta confusione. La realtà mi
pare più semplice, proprio per non andare a sciorinare
tanti dati. In Italia la corruzione non ha freno e, di
solito, più si è corrotti/corruttori più è possibile
manipolare anche l'opinione pubblica, dal momento che si
dispone anche del controllo dei mezzi d'informazione. Ci
sono vittime da incidenti col gas, dal crollo di una diga;
ma anche, più semplicemente, da un viaggio in automobile o
andando a pieni. Mi sembra, però, che il paragone non
regga: una fuga di materiale radioattivo non è in alcun
modo controllabile, nè in temini di spazio nè di tempo.
Perchè dovrei fidarmi della Prestigiacomo che dice che le
centrali nucleari in Italia saranno più sicure che in
Giappone? E' una barzelleta che, se la raccontasse
Berlusconi, farebbe ridere tanti. In Italia la sicurezza NON
ESISTE nè sulle strade, nè nelle fabbriche, TANTOMENO
ESISTERA' nel nucleare perchè ci saranno tanti di quegli
interessi con appalti, sub-appalti e sub.sub.appalti che ci
mangerranno tutti e noi moriremo di radiazioni. Eppoi, le
scorie? Nessune ce ne parla. Le energie rinnovabili sono
l'unica alternativa se vogliamo ancora salvare il pianeta,
facciamocene una ragione (Spagna e Germania stanno
riflettendo...).
15 marzo 2011 12:19 - ennio4531
..Sergio ...sei forte..
Prima adombri interessi tangentari da parte dei politici per
costruire centrali atomiche, poi ci racconti che il blocco
delle centrali atomiche a seguito del referendum non fu
volontà di popolo, ma una decisione dei politici (...
evidentemente, abolendo il nucleare, si tirarono la zappa
sui piedi rinunciando anche alle tangenti... ).
Poi, sbrodolando una serie di dati degli anni '50 , invochi
'un nuovo e aggiornato piano nazionale energetico, per
valutare esigenze e fabbisogno' ( ... ritorniamo ai famosi
piani quinquennali di sovietica memoria ?): piano che darà
la stura a discussioni così difformi e antitetiche da non
approdare a nessuna decisione condivisibile .
E, intanto, che si fà ?
Continueremo a usare per l'80% e più gas, petrolio, carbone
e energia elettrica da nucleare importata, in attesa delle
mitiche fonti rinnovabili dal costo altissimo e dalla resa
discontinua ?
Continueremo a pagare l'energia elettrica almeno il 40% in
più dei francesi che producono con il nucleare ?
Quante industrie sono scappate all'estero anche per gli alti
costi energetici ?
Quanti miliardi di euro ci sono costate in bolletta nel 2010
gli aiuti alle fonti rinnovabili e quanto ci costeranno nel
2011 ?
Con tutti questi miliardi, di quanto abbiamo coperto i
nostri fabbisogni elettrici: 0,3% ?
Perchè non parli di questi costi stratosferici che poco
lavoro assicurano all'industria nazionale tant'è che gran
parte dei pannelli sono fabbricati in Cina ?
Se nel nucleare ci furono tangenti, che cosa dire sulle
energie alternative che hanno dato il via alla più
colossale corsa di domande ( .. autentiche bolle speculative
!!!) per trafficare sui certificati verdi e sui contributi
tanto da interessare anche la mafia ?
Se non possiamo fidarci dei politici, perchè dovremmo
crederti quando esponi i problemi in maniera così parziale
?
Per quanto riguarda le immondizie, quanta responsabilità
hanno le politiche terroristiche dei verdi per essersi
opposti agli inceneritori che da anni nei paesi europei
funzionano egregiamente ?
infine, vorrei ricordare che le nuovi centrali nucleari, se
saranno costruite, a differenza di quelle precedenti
realizzate in regime di monopolio dall'Enel ovvero Stato,
saranno interamente a carico dei privati richiedenti.
15 marzo 2011 0:40 - sergio2
...
Le osservazioni di Ennio sembrano ispirate da buon senso, ma
proviamo a svolgere qualche riflessione.
Ogni tecnologia ha rischi intrinseci, anche di portata
notevole (Seveso e Vajont bastano come esempi?), ma è la
“politica”, e gli interessi che essa muove, a
determinare spesso l’aumento esponenziale dei rischi, la
sottovalutazione di ogni aspetto a carico della
collettività, lo scavalcamento dell’interesse generale,
lo sperpero di denaro...
Non si discute, quindi, in astratto se il nucleare è una
buona o cattiva tecnologia – ragionamento intrinsecamente
cretino come discutere se il terremoto sia una cosa bella o
brutta, giusta o cattiva e quindi futile e dozzinale è il
comportamento di chi riduce tutto a un banale essere
favorevole o contrario – ma dell’opportunità di
avvalersi di questa tecnologia oggi, con le nostre attuali
conoscenze, in Italia, in questo specifico momento.
Gli incidenti industriali non nucleari non hanno certo
effetti trascurabili (penso al Vajont o a Bhopal in India)
ma il nucleare non esaurisce i suoi rischi nel presente:
coinvolge e condiziona le future generazioni.
Necessaria una consapevolezza generale, una classe politica
responsabile, organismi di controllo efficienti e dotati di
ampi poteri (mentre in Italia dal Vajont a Seveso sappiamo
come sono sempre andate le cose).
Dopo quanto avvenuto in Italia con la passata avventura
nucleare, come si può rilanciare il nucleare senza
affrontare e risolvere prima i problemi che in passato
fecero nascere un forte movimento di opposizione e
diffidenza non tanto verso il nucleare in sé ma verso la
politica che scelse e poi abbandonò quella tecnologia?
Non dimentichiamoci che l’Italia fu il Paese d’Europa
con il primo più potente impianto nucleare.
Come si può dimenticare che nessuna opera pubblica è
costata una cifra vicina o paragonabile con quanto
preventivato?
Come si può dimenticare che le leggi che regolano i lavori
pubblici sono quelle che resero possibile il sistema
pianificato delle tangenti?
Come si può ignorare che da decenni non sono rispettate
dalle autorità italiane le leggi sulla sicurezza e i piani
di emergenza previsti per legge in materia di radiazioni e
di esposizione alle radiazioni?
(Decreto Legislativo n° 230 del 17 marzo 1995, modificato
ed integrato dal D.Lgs 241/2000, in attuazione delle
Direttive 89/618/Euratom e 96/29/Euratom in materia di
radiazioni ionizzanti)
Come possiamo dimenticare che non è stato realizzato e
nemmeno individuato il sito nazionale per lo stoccaggio
delle scorie?
Come possiamo ignorare i politici che mentono quando
affermano che dal nucleare l’Italia è uscita sulla spinta
emotiva dei referendum e del disastro di Chernobyl quando
furono i politici stessi a decidere di fermare le centrali
ben prima dei referendum che non comportavano affatto la
chiusura delle centrali esistenti? Perché non difesero la
loro scelta nucleare? Perché abbandonarono il nucleare
fingendo di rispettare la volontà popolare della quale da
sempre se ne fottono altamente?
Perché mentono spudoratamente?
Come possiamo ignorare che l’ultimo piano di rilancio
nucleare, dopo le prime centrali avviate negli anni ’50,
si basarono su previsioni di fabbisogno sbagliate e su
numeri in libertà dati da autorità compiacenti o colluse
col potere affaristico-politico?
D’altra parte, la storia dell'Enel è costellata di
mastodontici piani di investimento e madornali fiaschi.
Nel 1967 il direttore generale dell'ente pronostica che
entro il 1980 l'Enel avrebbe avuto una potenza nucleare
installata pari a 6.500 megawatt. Nel 1975 si prevede la
costruzione di 20.000 megawatt nucleari da realizzarsi entro
il 1985.
Il primo Piano energetico nazionale (Pen), sempre nel 1975,
prevede addirittura, entro il 1990, l'entrata in funzione
tra 46.000 e 62.000 megawatt nucleari. Il secondo Pen, nel
1977, prevede "solo" 12.000 megawatt nucleari entro il 1985.
Nel 1979, i piani dell'Enel prevedono la costruzione di
quattordici impianti a carbone da 640 megawatt ciascuno. Il
Pen del 1981, approva la scelta nucleare più carbone, con
la trasformazione a carbone di centrali termoelettriche per
3.700 megawatt e la costruzione ex novo di impianti a
carbone per 17.000 megawatt. Il Pen del 1985 conferma i
12.000 megawatt nucleari e riduce a 12.000 megawatt gli
impianti a carbone.
Che ci sia stata un po’ di confusione?
Mentre l’ultimo PEN risale al 1988.
Non sarebbe il caso di varare un nuovo e aggiornato piano
nazionale energetico, per valutare esigenze e fabbisogno,
prima di gettarsi a costruire centrali nucleari?
Che credibilità hanno coloro che rilanciano il nucleare?
Non riescono a gestire nemmeno le scorie e le immondizie e
dovremmo fidarci della loro capacità di gestire il
nucleare?
Perché dovremmo fidarci?
E di chi dovremmo fidarci?
14 marzo 2011 18:55 - ennio4531
Dopo il disastro del Vajont e il crollo della diga di
Fukushima che ha spazzato via la città , chi ci garantisce
che gli invasi d'acqua con i quali produciamo l'energia
verde siano a prova di terremoti e comunque sicuri al 100%
?
E il gas 'naturale' ? Quanti morti da esalazioni e scoppi
ha prodotto ? Chi ci garantirà che in futuro ciò non
accadrà più ?
Propongo di svuotare gli invasi e proibire l'uso del gas .
A meno che non si decida che i morti a causa dell'energia
nucleare siano uno scandalo, mentre quelli annegati o
asfissiati siano solo ... sfigati .
Propongo un altro referendum per far esprimere agli elettori
l'ardua sentenza.
14 marzo 2011 16:35 - alivelore
@Cepu: La SOGIN è dello Stato... (più specificatamente del
Ministero dell' economia):
http://it.wikipedia.org/wiki/SOGIN .
14 marzo 2011 13:25 - Cepu
Loro fanno in fretta, passano tutto a un privato. Sogin SPA
è responsabile delle quattro centrali nucleari italiane, di
quattro impianti di ricerca sul ciclo del combustibile
nucleare (due nel centro della Casaccia) e dell’impianto
di fabbricazione del combustibile di Bosco Marengo (AL). Se
poi fallisce, o non è assicurato ... spallucce !!!
14 marzo 2011 11:12 - sergio2
...
"Chiediamo alla ministra Prestigiacomo di spiegarci come
puo' un governo optare per una scelta energetica, in questo
caso il nucleare, quando non riesce a porre le condizioni
affinche' tale opzione possa attuarsi nelle condizioni di
massima garanzia per i cittadini."
...
Che pretesa che avete!
Quel che conta è mettere in moto un bel giro d'affari!
Se le cose stessero in termini differenti non sarebbe stato
rilanciato il nucleare senza risolvere gli antichi problemi
che furono la causa prima del fallimento del nucleare in
Italia.
Principale problema: la mancanza di credibilità della
politica italiana.
I politici vollero il nucleare e i politici decisero di
uscrine.
Raccontano che furono i referendum e l'emotività a
determinare l'uscita dal nucleare ma è una balla che solo
degli ignoranti possono accogliere per vera.
Allora come adesso dei problemi di sicurezza, delle scorie
ecc. ecc. non gliene frega nulla.
Infatti, violano le leggi sulla sicurezza che pur
esistono.
Perché l'Italia ha un problema di sicurezza nucleare anche
se non ha centrali attive. Ma tutti fingono che il problema
non esista.
D'altra parte cosa possiamo attenderci da sciacalli dome il
ministro Prestiebasta e il fedele Testa da Checchina?
Qualcuno vuole spiegare alla Testa da Checchina che il fatto
che una centrale nucleare si spenga automaticamente è
l'inizo dei problemi e non la soluzione dei problemi?
Testa da Checchina evidentemente abituato a razzolare nel
suo forum per polli pensa che una centrale nucleare sia come
un pentolino pieno di latte posto su un fornello a gas.
Se il latte fuoriesce e si spegne la fiamma, il sistema di
sicurezza arresterà l'erogazione di gas e il problema è
risolto.
Con una centrale che si ferma per motivi di sicurezza, siamo
invece all'inizio dei problemi.
E se non sapete il perché chiedetelo al Testa da
Checchina...