Io inventerei le celle frigorifere e userei solo il baratto
per gli scambi.
25 maggio 2012 11:49 - paologiovanni
Una leggenda Polinesiana.
In una isoletta del Pacifico, tanto tempo fa, viveva
pacificamente una popolazione di alcune centinaia di
persone.
Beneficiando di un clima mite e temperato, trascorrevano la
loro vita all'aperto, senza alcun abbigliamento e le loro
necessità si limitavano alla sola alimentazione.
Una parte di loro praticava la pesca, altri coltivavano
cereali ed altri ancora macinavano e cuocevano queste
granaglie, ricavando delle pagnotte saporite.
C'era un capo che organizzava le attività, dettava le
regole della convivenza e risolveva le diatribe, uno
stregone che curava i malati, e tre anziani (un pescatore,
un agricoltore ed un panettiere) che, cessata la attività,
insegnavano il loro mestiere ai giovani.
L'economia era basata sullo scambio, ma questo era fonte di
continui litigi ed andava a finire che ciascuno cercava di
arrangiarsi con quel che aveva sotto mano: i pescatori si
nutrivano di solo pesce, i panettieri di pane, gli
agricoltori del pane ottenuto con faticose trattative,
barattando il grano.
Il capo viveva dei doni della popolazione e lo stregone ed i
tre vecchi insegnanti si dovevano contentare di quanto gli
veniva regalato dai rispettivi beneficiati.
Un bel giorno il capo ebbe un'ottima idea: andò sulla
spiaggia e raccolse un mucchio di conchiglie. Su ciascuna di
esse incise un proprio simbolo e poi le distribuì fra la
popolazione, dandone una decina a ciascun abitante.
Stabilì, quindi, una norma che definiva il valore delle
conchiglie: ognuna di esse valeva un pesce, o un pane, o una
quantità di grano sufficiente a fare due pani.
Impose anche un'altra regola: ciascun pescatore, agricoltore
o panettiere, ogni anno, gli doveva dare cinque conchiglie e
chiamò questo 'tassa'.
Delle conchiglie ricevute ne teneva buona parte per sé e le
altre le distribuiva fra lo stregone ed i tre insegnanti.
Fu un grande successo: finalmente i pescatori potevano
mangiare tranquillamente il pane e gli agricoltori ed i
panettieri il pesce. Anche lo stregone ed i tre anziani
ottennero, per la prima volta, il beneficio di
un'alimentazione regolare e certa. Il capo, poi, era il più
contento di tutti, perché aveva da mangiare a volontà.
Un giovane pescatore, astuto e pigro, stanco di andare per
mare, propose al capo di collaborare con lui, occupandosi
di tutto quanto aveva a che fare con il giro delle
conchiglie. Al capo l'idea piacque e lo nominò
'economista'.
Il primo provvedimento suggerito fu quello di portare il
tributo annuale da cinque a sei conchiglie, in modo da avere
di che mantenere anche il nuovo collaboratore.
Ci fu un po' di malcontento e qualcuno arrivò a minacciare
il sovrano.
Un contadino grande e grosso colse l'occasione per proporre
al capo di mettersi al suo servizio, per difenderlo da
eventuali aggressioni. Anche questo piacque, ed il tributo
annuale salì a sette conchiglie; ma tutti stettero zitti,
spaventati dalla minacciosa presenza del grosso
guardiano.
Passato qualche mese, un paio di agricoltori fecero presente
al capo che, con l'esperienza del loro lavoro, erano
arrivati a conoscere nuove erbe salutari e medicamentose e
che, quindi, avrebbero potuto aiutare lo stregone a curare
la popolazione. Anche questo venne approvato ed il tributo
salì proporzionalmente.
Di lì a poco, un gruppetto di pescatori, contadini e
panettieri, avanti negli anni, fece osservare di aver
sperimentato nuove tecniche del loro mestiere e che sarebbe
stato utile a tutti, se, affiancando i tre vecchi
insegnanti, le avessero fatte conoscere alle nuove
generazioni. Il capo reputò la cosa molto ragionevole e la
approvò.
Il carico delle tasse era diventato pesante ed i pescatori,
contadini e panettieri, che oltretutto erano rimasti in
numero ridotto, si dovevano dare molto da fare per poter
produrre quanto serviva a mangiare ed a pagare il tributo.
Stufi di questo sacrificio, molti di loro, si ingegnarono
per abbandonare il loro mestiere e diventare anch'essi
collaboratori del capo.
Nel giro a qualche anno, rimasero solamente un pescatore, un
agricoltore ed un panettiere.
Gli scambi economici, chissà perché, languivano; quasi
tutte le conchiglie erano diventate di proprietà del capo
ed il giovane economista era molto preoccupato, anche
perché prevedeva che il prossimo gettito fiscale non
sarebbe stato sufficiente per pagare tutti i collaboratori
e, quindi, anche lui medesimo.
Pensa che ti ripensa, ebbe un'idea meravigliosa: il
pescatore, l'agricoltore ed il panettiere avrebbero dovuto
raccogliere un bel po' di conchiglie , incidervi un proprio
marchio ed utilizzare quelle per rianimare di nuovo gli
scambi e, magari, pagare le tasse.
A questo punto, il racconto si interrompe e non si sa bene
come sia andata a finire.
Voi che siete intelligenti e, magari, laureati alla Bocconi,
che opinione vi siete fatta?
24 maggio 2012 14:41 - francescodeleo
@Alessandro Pedone
Sono voci che circolano più insistentemente in questi
giorni, in cui si è parlato di moneta complementare, con
diversi nomi.
Quando dico "chi vivrà vedrà" mi riferisco a quale
soluzione verrà adottata per la Grecia (poichè sembra
assodato che lì la situazione è gravissima e
irreversibile) e che costituirà un precedente per gli altri
stati europei e non. Qualunque sarà la soluzione adottata,
se avrà successo, sarà considerata "la" soluzione.
24 maggio 2012 10:45 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
Penso che lei si riferisca agli studi che circolano (quello
che ho letto, grazie ad un caro amico analista finanziario
è di Deutsche Bank e parla del G-euro) che propongono
l'affiancamento, in Grecia, dell'Euro con una moneta molto
svalutata. Bene che si inizia a parlare dell'ipotesi di una
doppia circolazione. Male, però, che si rimanga ancorati
all'attuale concetto di moneta emessa a debito.
D'altra parte se la soluzione la propongono i banchieri che
ci hanno portato in questa situazione è difficile che se ne
cavi qualcosa di buono.
Secondo questi banchieri la soluzione per spegnere
l'incendio è versare un bel po' di benzina sul fuoco e per
di più affidiamo l'incarico di spargere tutta questa
benzina ad un manipolo di piromani.
Quando parlavo di una moneta complementare come soluzione
per uscire dalla crisi greca (era ottobre del 2011! si veda
qui: http://urlin.it/30b85 ) anche qualche collega mi rideva
dietro.
22 maggio 2012 10:35 - francescodeleo
Sembra che un discorso sull'uso di qualche forma di moneta
complementare si stia affrontando per cercare di risolvere i
problemi della Grecia. Diverse sono le idee al riguardo,
anche la banca tedesca ne ha formulata una propria, tutte
idee formulate per evitare he la Grecia vada fuori
dall'euro. Sembra che tutti sono interessati alla scarsa
capacità della Grecia (scarsa liquidità) di pagare i
propri debiti verso fondo monetario internazionale, banca
europea e ue, i quali si vedrebbero ripagati i prorpi
crediti in euro, mentre la moneta alternativa verrebbe usata
solo in ambito nazionale.
Per il momento l'ipotesi principale rimane l'uscita
dall'euro della Grecia.
Chi vivrà vedrà.
18 maggio 2012 12:44 - massimo1062
dottor pedone due cose.la prima riguarda il fatto di alzare
i toni ,non era mia intenzione e se ho dato questa
impressione mi scuso con tutti,la seconda riguarda lo
scec.conosco questa moneta da parecchio tempo attraverso il
sito di uno dei fautori "centrofondi" e ritengo che sia una
buona cosa.la domanda che le pongo e' questa : i meccanismi
che ci stanno distruggendo sono abbastanza chiari non e' che
noi viviamo sulla luna ,tanto e' vero questo che a parte
sulla questione di principio delle tasse per cui secondo me
prima lo stato dovrebbe imparare a spendere meglio i propri
incassi poi e solo poi chiedere aumenti di imposte. ora dico
ma e' mai possibile che non esistano soluzioni "normali " a
questo gran casino che sta accadendo.dico che basterebbe
spendere un po meno di quello che si ha ,che la riserva
delle banche fosse piu' alta,che l'oligarchia di stato meno
affamata di soldi,che i posti di lavoro ai fannulloni siano
meno garantiti,che le scuole tornino a funzionare perche'
quando c'e' cultura c'e' ragionevolezza e potrei cintinuare
all'infinito con la semplice guida intellettuale del
giudizio de na' vorta .questo sistema capitalistico ha
creato una enorme ricchezza ,che e' sotto gli occhi di tutti
con l'aumento della vita media ed il miglioramento delle
condizioni di vita rispetto al piu' recente passato pero'
c'e' qualcosa che non ha funzionato bene che cos'e'? e'
questa la domanda che le persone intelligenti si dovrebbero
porre e alla quale cercare di rispondere.forse basterebbe
abbassare i debiti per far ripartire la possibilita' che
individui volenterosi potendosi indebitare e quindi
consentendo la creazione di moneta facciano ripartire i
cicli eonomici.oppure evitare che la moneta creata non si
fermi nelle banche ed arrivi agli strati piu' bassi.io non
so come questo sia possibile perche' non sono un tecnico ma
ho l'impressione che chi conosce bene questi meccanismi sia
in malafede per perpetrare questa situazione in cui pochi si
arricchiscono sempre piu'.in tutto questo lo scec e'
indubbiamente una bella idea ma non credo che sia la
soluzione.