Per Toio68: certo, lo sanno tutti che se si compra sale se
si vende scende (il contrario è lo spread, però, perchè
se si vende, l'indice sale e viceversa proprio perchè è un
"differenziale" che prende atto da una "base"). Non sono
riuscito a far capire il concetto di cui alla frase: Il
punto è nella globalità. .. e, in conseguenza, nei
risultati che ogni singola azione del tutto personale (e
diciamo pure legale, ammessa, normale, da furbi o da
cretini, spregiudicata o di linea tendenziale onesta,
caratterizzata o meno da personale capacità, spavalda o
prudente, pilotata o meno da banche o da operatori
indipendenti, da fondi di ogni tipo, da chiunque, insomma e
con ogni obiettivo) provoca, nella massa e nel saldo delle
operazioni (anche minuto per minuto, perturbazioni negative
o positive nell'economia, nella finanza, nella politica, nel
commercio, nell'industria, e in ogni comparto che si basa
sui risultati di cui parliamo e che, ripetiamolo ancora,
provengono da un complesso di operazioni singole.
Ogni operatore energetico fa il suo mestiere comprando o
vendendo petrolio (in questi giorni si notano vistose
variazioni anche di parecchi punti e negli ultimi due mesi
anche diminuzioni di oltre venti punti) e nessuna regola
impedisce di farlo. Se due navi ferme a Rotterdam in attesa
da giorni vengono acquistate provocando aumenti delle
quotazioni, è normale da un punto di vista matematico
perchè il regime liberistico è, ormai, globalmente
normale. Il punto è, invece, che sulla base di
questa"legalità normale" avvengano illegalità illogiche.
Ciò a dire che acquisti e vendite considerate normali, se
pilotate o massive, o conseguenti a rumori, voci, atti
politici ecc. inducono a operare magari indotti (come nel
caso dell'instaurata paura di default italico dove i btp
vengono largamente alienati) dai timori, dalle paure, dai
nervosismi, dalle previsioni di future perdite, queste
operatività risultano dannose per altri.
Allora sulla base di questi "if-then" io singolo vendo-o
acquisto, ma nella globalità di tendenza posso perturbare
il mercato con conseguenze, talvolta, importanti.
Il ragionamento, finalmente concludendo, non si deve basare
sul semplice micro atto che un trader o la vecchietta
compiono per loro reale(o presunto) interesse personale e
senza critiche, ma sulle conseguenze che le masse di
operatori ad identico comportamento provocano non solo nel
settore, ma in tutti gli altri comparti.
Un milione di vecchiette(chissà poi, poverette
loro)attaccate ai "social" dove apprendono che forse
l'Italia crollerà e i loro bot o btp risparmiati andranno
persi o congelati o faranno la fine "Argentina" venderanno
in massa, con tutto il diritto, ma faranno crollare le
quotazioni (anche per altri che non lo desidererebbero) si
daranno la zappa sui piedi perchè venderanno a prezzi di
saldo, e faranno salire lo spread che misura la febbre(
ovviamente in modo insulso)della loro bella Italia. Ecco
dove si vuole arrivare con la definizione di "egoismo
personale che diventa di gregge".
20 dicembre 2018 10:28 - Toio68
@savpg8801 i prezzi dei titoli salgono quando i compratori
sono di più dei venditori. Viceversa i prezzi scendono
quando i venditori sono di più dei compratori. Non c'è
trucco e non c'è inganno.
Tutti gli operatori, dalla vecchietta al trader
professionista, comprano e vendono in base alle loro
aspettative. Qualche volta ci si prende, qualche volta no.
Le aspettative possono essere di lungo, medio o breve
periodo, quindi non è detto che necessariamente ci sia una
decisione sbagliata per ogni decisione giusta. Venditore e
compratore possono avere ragione entrambi.
Tutti gli operatori, in ogni caso, comprano e vendono
cercando di ottenere un utile o per evitare una perdita.
Queste sono le regole del gioco che valgono per tutti. Mi
sfugge allora perché lo stesso comportamento venga visto
come etico per certi operatori e non etico per altri. Mi
sembra di vederci soltanto un pregiudizio viscerale. Mi
suona un po' come quelli per cui se segna la propria squadra
è perché è brava, mentre se segnano gli avversari sono
stati fortunati, o aiutati dall'arbitro, ecc.
18 dicembre 2018 20:30 - savpg8801
da : 13 dicembre 2018 11:26 - Toio68
Dal punto di vista individualistico (con le dovute accezioni
ed eccezioni) la speculazione è cosa normale per un
mercato(mercati) liberistico.
Il punto è nella globalità.
Il postante non tiene in dovuto conto che il cosiddetto
"trading" sia di gruppi sia individuale può perturbare i
mercati (intesi come essenza dell'andamento dell'economia)
perchè il "mors tua, vita mea" impera. Un titolo da me
comprato in fase di prezzi bassi per lucrare al momento in
cui saliranno, ha già prodotto effetti negativi su altro
operatore che ha certamente venduto in perdita, magari
spaventato da eventi, veri o falsi, che lo hanno
influenzato; per non arrivare sino all'ormai quasi non
applicato reato di aggiotaggio e simili per esagerazione dei
fenomeni che, ormai, non vengono presi più in
considerazione.
La definizione di "speculazione", pertanto, non va più
inalzata al rango di corretta e normale presa di visione dei
fenomeni, ma del loro sfruttamento che da un lato crea, ma
dall'altro distrugge in quanto la "specula" non è
finalizzata a un mero saldo rilevabile al momento, ma ad un
esame di pluralità di componenti che non va esaminata dal
punto di vista collettivo-statistico, ma singolarmente per
ogni atto. Praticamente, da un lato si crea e dall'altro si
distrugge.
Non è una errata comunicazione( o demagogica asserzione )
quella per cui, ad ogni crollo di qualche, o in toto,
comparto delle quotazioni di mercato, si quantificano le
quote "bruciate".
Ecco perchè qualcuno guadagna( perchè poi rivenderà a
rialzo) e qualcun altro perderà(per vendita in perdita).
18 dicembre 2018 9:07 - federico6198
Da una lettura del sole 24 ore chi vuole può guardarsi
anche i grafici e le date:
Che cosa accade agli investimenti nei mesi che anticipano la
recessione
–di Vito Lops
16 dicembre 2018
La domanda del momento nelle sale degli operatori finanziari
è senza dubbio “quando arriverà la prossima recessione
negli Stati Uniti?”. L’ultima contrazione del Pil negli
Usa risale al 2009. Dopodiché sono seguiti nove anni di
espansione, con una crescita media annua del 2,25%.
Solitamente i cicli espansivi durano otto anni ed ecco
perché economisti, statistici e investitori hanno fatto
partire il conto alla rovescia. È partita a conti fatti una
profezia, quella sul timing della prossima recessione Usa,
che certamente prima o poi si autoavvererà. Il punto è
capire quando.
Dal 2009 il mondo è profondamente cambiato. Le banche
centrali hanno preso di petto la grave crisi finanziaria
innescata dallo scoppio della bolla dei derivati subprime,
resa eclatante dal crack da 640 miliardi di dollari di
quella banca, Lehman Brothers, che poche ore prima
dell’affondo era considerata “too big to fail”. Gli
Stati Uniti sono stati, come spesso accade, first movers.
Già nel febbraio del 2009 la Federal Reserve metteva in
moto il primo (di tre) piani di quantitative easing per
iniettare liquidità nel sistema finanziario ed economico.
Gli acquisti di nuovi titoli sono stati interrotti solo nel
2015 (sei anni dopo) mentre il reinvestimento di quelli che
vanno naturalmente in scadenza è ancora in corso.
L'ECONOMIA USA
L'andamento del Pil. (Fonte: Ufficio Studi Il Sole 24 Ore) E
poi è arrivato nel 2016 il presidente Donald Trump. Ha
messo in moto una forte politica espansiva in barba alla
teoria economica che suggerisce di espandere nelle fasi di
crisi e di chiudere i rubinetti in quelle di crescita. Trump
e la sua politica fiscale sono andati in controtendenza
mentre la Federal Reserve ha seguito, nonostante le critiche
di Trump, i manuali adottando una politica restrittiva. Da
dicembre 2015 la riserva federale ha alzato nove volte i
tassi e fra due giorni?(mercoledì 19 dicembre) con ogni
probabilità proseguirà il trend con il decimo ritocco.
Gli statistici, quelli che si chiedono come mai gli Usa si
stiano avviando al decimo anno di fila di crescita (per il
2019 il Fondo monetario internazionale stima una crescita
del 2,5%), non possono ignorare che a questo giro della
ruota ci siano stati due eventi straordinari: prima la Fed
che ha stampato moneta come non mai e poi un presidente che
ha deciso di cambiare rotta rispetto alla dottrina
economica. LA CURVA DEL DEBITO NEGLI USA
La differenza tra i tassi a 10 e 2 anni. Dati in percentale
Questi eventi eccezionali hanno allungato il ciclo di
espansione, dopandolo. Ma è inevitabile, e probabilmente
anche sano, che prima o poi il Pil si contrarrà. Per capire
quando gli esperti osservano con un certo interesse la curva
del debito. Perché le ultime sei recessioni (dal 1978 al
2008) sono state anticipate da un’inversione della curva
dei rendimenti tra la scadenza a 10 e quella 2 anni, ovvero
quando i tassi dei titoli a 2 anni hanno superato quelli a
10. Questo indicatore ci dice oggi che non siamo lontani da
un’inversione. Alla chiusura di venerdì appena 15 punti
base (0,15%) separavano i tassi a 10 (2,88%) da quelli a 24
mesi (2,73%). Ma di solito cosa accade quando la curva si
inverte?
«La recessione non arriva subito ma negli ultimi sei casi
sono passati in media 17 mesi» ,si legge in uno studio
elaborato da Notz Stucki asset manager. Nell’ultimo caso
(recessione iniziata a dicembre 2007) la curva del debito si
era invertita praticamente due anni prima, nel dicembre nel
2005. Nel precedente (recessione marzo 2001) la curva si era
invertita 12 mesi prima (febbraio 2000). E così via. Un
altro aspetto curioso della faccenda è che «cinque volte
su sei la performance del mercato è stata positiva nello
stesso periodo. In media nei mesi trascorsi tra
l’inversione della curva dei rendimenti e la partenza
della recessione la performance della Borsa Usa è stata del
13%, dividendi esclusi». La statitisca, quindi, è
piuttosto rassicurante e sembrerebbe smentire coloro che si
aspettano un tracollo delle Borse, a partire da Wall Street,
nel 2019 perché: 1) la curva non si è ancora invertita: 2)
in passato dopo l’inversione Wall Street nell’83% dei
casi è salita.
Va anche considerato però che, come ricordato sopra,
nell’ultimo decennio il mondo è profondamente cambiato. E
con esso anche gli equilibri statistici potrebbero esserne
stati scossi.
L’unica cosa che è certa è che l’economia Usa, stando
a quanto preannunciato dalle società nelle ultime
trimestrali, sta rallentando. Ma le stime proiettano una
crescita del 2,5% per l’anno a venire. Un tasso che
farebbe gola a molti Paesi dell’Eurozona
13 dicembre 2018 11:26 - Toio68
Riguardo al commento di Cristina Ciccarelli vorrei fare
qualche considerazione. Se qualcuno compra vestiti durante i
saldi ed evita di farlo durante il periodo di Natale, viene
considerato una persona assennata. Semplicemente prevede che
i prezzi saranno bassi durante i saldi e alti durante lo
shopping natalizio. Se qualcuno compra l'auto a km zero
anziché ordinarla a prezzo pieno evita il prevedibile
deprezzamento iniziale, e viene considerato una persona
saggia. Ora, se qualcuno fa le stesse cose sui mercati
finanziari non dovrebbe essere giudicato ugualmente? Se si
comprano titoli quando sono sottovalutati dal mercato
perché si prevede che il prezzo crescerà, o si vende
quelli sopravvalutati perché si suppone che il prezzo
calerà, non si è forse investitori virtuosi? Peraltro, non
si aiuta il mercato a stabilire il prezzo più corretto?
Speculare alla fine vuole dire proprio "prevedere" (questo
dice anche il dizionario), e che male c'è nel farlo? Se i
mercati prezzano in maniera sbagliata dei titoli, la colpa
è dei mercati, non di chi ne prende vantaggio. Chi compra
titoli sottovalutati e vende quelli sottovalutati aiuta solo
i mercati a funzionare meglio. O no? Allora, perché
"serpenti"? Perché "ruberie"? Le signore che si affollano
ai saldi e disertano le vendite natalizie sono forse
anch'esse "serpenti" e fanno "ruberie"?
13 dicembre 2018 11:09 - Toio68
Secondo Warren Buffett, basterebbe leggere i capitoli 8 e 20
de "The Intelligent Investor" di Benjamin Graham e il
capitolo 12 de "La Teoria Generale..." di Keynes per sapere
tutto quello che serve per essere un buon investitore.
Nel 1936 l'economista britannico aveva in effetti descritto
benissimo in che maniera i mercati possono essere
considerati razionali e in che senso non lo sono
assolutamente. Parla di "psicologia dei mercati" e di
"precarietà" e di come una minoranza di investitori possano
avere rendimenti eccezionali di lungo periodo basandosi
sulle prospettive reali anziché sulle ondate di ottimismo e
pessimismo della massa degli investitori.
Nel 1949 il professore americano spiega come questi ultimi
dovrebbero confrontarsi con questa irrazionalità e
incertezza.Per prima cosa non dovrebbe mai lasciarsi
abbindolare dalle follie di "Mr. Market", ma fare affari con
lui. Prendere vantaggio dal "pendolo" dei mercati, come lo
chiama Howard Marks, anziché subirne le conseguenze.
Secondo, in ogni investimento occorre un adeguato "margine
di sicurezza".
Tornando a Buffett, credo che sia imperdibile il suo
articolo "The Superinvestors of Graham-and-Doddsville" in
cui nel 1984 si prende beffe di mercati efficienti, random
walk e altre teorie allora dominanti. Sempre con la simpatia
che lo contraddistingue.
12 dicembre 2018 14:02 - Alessandro Pedone
@Cristina Ciccarelli, complimenti! Percepisco dal suo
commento che ha colto veramente nel profondo il lavoro di
Sironi!
12 dicembre 2018 12:16 - Cristina Ciccarelli
I serpenti finanziari sono rimasti senza testa perché hanno
dimostrato di non saperla usare e chi non sa usare la
propria testa dimostra assenza di autocontrollo
-irrazionalità costante- e chi non sa gestire la propria
emotività rimane alla base della piramide illustrata da
Maslow. È l'espressione di un sottosviluppo in un era cd
moderna che ha ostentato un controllo che non ha saputo
gestire, è come tenere un toro per le corna senza conoscere
le caratteristiche dell'animale. Conosci decidi gestisci
(olismo), tutto il resto è speculazione (ruberie) queste
sono le conseguenze, rischi elevati incertezze costanti
irrazionalità in aumento diffidenza e senza fiducia i soldi
non girano e si ferma tutto. Gli errori esistono e fanno
parte di ogni sistema chiuso e/o aperto ma gli errori nel
sistema chiuso hanno conseguenze devastanti ovvero
l'autodistruzione perché un sistema chiuso è solo
fallimentare proprio perché è chiuso