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20 dicembre 2018 14:28 - savpg8801
Per Toio68: certo, lo sanno tutti che se si compra sale se si vende scende (il contrario è lo spread, però, perchè se si vende, l'indice sale e viceversa proprio perchè è un "differenziale" che prende atto da una "base"). Non sono riuscito a far capire il concetto di cui alla frase: Il punto è nella globalità. .. e, in conseguenza, nei risultati che ogni singola azione del tutto personale (e diciamo pure legale, ammessa, normale, da furbi o da cretini, spregiudicata o di linea tendenziale onesta, caratterizzata o meno da personale capacità, spavalda o prudente, pilotata o meno da banche o da operatori indipendenti, da fondi di ogni tipo, da chiunque, insomma e con ogni obiettivo) provoca, nella massa e nel saldo delle operazioni (anche minuto per minuto, perturbazioni negative o positive nell'economia, nella finanza, nella politica, nel commercio, nell'industria, e in ogni comparto che si basa sui risultati di cui parliamo e che, ripetiamolo ancora, provengono da un complesso di operazioni singole.
Ogni operatore energetico fa il suo mestiere comprando o vendendo petrolio (in questi giorni si notano vistose variazioni anche di parecchi punti e negli ultimi due mesi anche diminuzioni di oltre venti punti) e nessuna regola impedisce di farlo. Se due navi ferme a Rotterdam in attesa da giorni vengono acquistate provocando aumenti delle quotazioni, è normale da un punto di vista matematico perchè il regime liberistico è, ormai, globalmente normale. Il punto è, invece, che sulla base di questa"legalità normale" avvengano illegalità illogiche. Ciò a dire che acquisti e vendite considerate normali, se pilotate o massive, o conseguenti a rumori, voci, atti politici ecc. inducono a operare magari indotti (come nel caso dell'instaurata paura di default italico dove i btp vengono largamente alienati) dai timori, dalle paure, dai nervosismi, dalle previsioni di future perdite, queste operatività risultano dannose per altri.
Allora sulla base di questi "if-then" io singolo vendo-o acquisto, ma nella globalità di tendenza posso perturbare il mercato con conseguenze, talvolta, importanti.
Il ragionamento, finalmente concludendo, non si deve basare sul semplice micro atto che un trader o la vecchietta compiono per loro reale(o presunto) interesse personale e senza critiche, ma sulle conseguenze che le masse di operatori ad identico comportamento provocano non solo nel settore, ma in tutti gli altri comparti.
Un milione di vecchiette(chissà poi, poverette loro)attaccate ai "social" dove apprendono che forse l'Italia crollerà e i loro bot o btp risparmiati andranno persi o congelati o faranno la fine "Argentina" venderanno in massa, con tutto il diritto, ma faranno crollare le quotazioni (anche per altri che non lo desidererebbero) si daranno la zappa sui piedi perchè venderanno a prezzi di saldo, e faranno salire lo spread che misura la febbre( ovviamente in modo insulso)della loro bella Italia. Ecco dove si vuole arrivare con la definizione di "egoismo personale che diventa di gregge".
20 dicembre 2018 10:28 - Toio68
@savpg8801 i prezzi dei titoli salgono quando i compratori sono di più dei venditori. Viceversa i prezzi scendono quando i venditori sono di più dei compratori. Non c'è trucco e non c'è inganno.
Tutti gli operatori, dalla vecchietta al trader professionista, comprano e vendono in base alle loro aspettative. Qualche volta ci si prende, qualche volta no. Le aspettative possono essere di lungo, medio o breve periodo, quindi non è detto che necessariamente ci sia una decisione sbagliata per ogni decisione giusta. Venditore e compratore possono avere ragione entrambi.
Tutti gli operatori, in ogni caso, comprano e vendono cercando di ottenere un utile o per evitare una perdita.
Queste sono le regole del gioco che valgono per tutti. Mi sfugge allora perché lo stesso comportamento venga visto come etico per certi operatori e non etico per altri. Mi sembra di vederci soltanto un pregiudizio viscerale. Mi suona un po' come quelli per cui se segna la propria squadra è perché è brava, mentre se segnano gli avversari sono stati fortunati, o aiutati dall'arbitro, ecc.
18 dicembre 2018 20:30 - savpg8801
da : 13 dicembre 2018 11:26 - Toio68
Dal punto di vista individualistico (con le dovute accezioni ed eccezioni) la speculazione è cosa normale per un mercato(mercati) liberistico.
Il punto è nella globalità.
Il postante non tiene in dovuto conto che il cosiddetto "trading" sia di gruppi sia individuale può perturbare i mercati (intesi come essenza dell'andamento dell'economia) perchè il "mors tua, vita mea" impera. Un titolo da me comprato in fase di prezzi bassi per lucrare al momento in cui saliranno, ha già prodotto effetti negativi su altro operatore che ha certamente venduto in perdita, magari spaventato da eventi, veri o falsi, che lo hanno influenzato; per non arrivare sino all'ormai quasi non applicato reato di aggiotaggio e simili per esagerazione dei fenomeni che, ormai, non vengono presi più in considerazione.
La definizione di "speculazione", pertanto, non va più inalzata al rango di corretta e normale presa di visione dei fenomeni, ma del loro sfruttamento che da un lato crea, ma dall'altro distrugge in quanto la "specula" non è finalizzata a un mero saldo rilevabile al momento, ma ad un esame di pluralità di componenti che non va esaminata dal punto di vista collettivo-statistico, ma singolarmente per ogni atto. Praticamente, da un lato si crea e dall'altro si distrugge.
Non è una errata comunicazione( o demagogica asserzione ) quella per cui, ad ogni crollo di qualche, o in toto, comparto delle quotazioni di mercato, si quantificano le quote "bruciate".
Ecco perchè qualcuno guadagna( perchè poi rivenderà a rialzo) e qualcun altro perderà(per vendita in perdita).
18 dicembre 2018 9:07 - federico6198
Da una lettura del sole 24 ore chi vuole può guardarsi anche i grafici e le date:
Che cosa accade agli investimenti nei mesi che anticipano la recessione
–di Vito Lops
16 dicembre 2018
La domanda del momento nelle sale degli operatori finanziari è senza dubbio “quando arriverà la prossima recessione negli Stati Uniti?”. L’ultima contrazione del Pil negli Usa risale al 2009. Dopodiché sono seguiti nove anni di espansione, con una crescita media annua del 2,25%. Solitamente i cicli espansivi durano otto anni ed ecco perché economisti, statistici e investitori hanno fatto partire il conto alla rovescia. È partita a conti fatti una profezia, quella sul timing della prossima recessione Usa, che certamente prima o poi si autoavvererà. Il punto è capire quando.
Dal 2009 il mondo è profondamente cambiato. Le banche centrali hanno preso di petto la grave crisi finanziaria innescata dallo scoppio della bolla dei derivati subprime, resa eclatante dal crack da 640 miliardi di dollari di quella banca, Lehman Brothers, che poche ore prima dell’affondo era considerata “too big to fail”. Gli Stati Uniti sono stati, come spesso accade, first movers. Già nel febbraio del 2009 la Federal Reserve metteva in moto il primo (di tre) piani di quantitative easing per iniettare liquidità nel sistema finanziario ed economico.
Gli acquisti di nuovi titoli sono stati interrotti solo nel 2015 (sei anni dopo) mentre il reinvestimento di quelli che vanno naturalmente in scadenza è ancora in corso.
L'ECONOMIA USA
L'andamento del Pil. (Fonte: Ufficio Studi Il Sole 24 Ore) E poi è arrivato nel 2016 il presidente Donald Trump. Ha messo in moto una forte politica espansiva in barba alla teoria economica che suggerisce di espandere nelle fasi di crisi e di chiudere i rubinetti in quelle di crescita. Trump e la sua politica fiscale sono andati in controtendenza mentre la Federal Reserve ha seguito, nonostante le critiche di Trump, i manuali adottando una politica restrittiva. Da dicembre 2015 la riserva federale ha alzato nove volte i tassi e fra due giorni?(mercoledì 19 dicembre) con ogni probabilità proseguirà il trend con il decimo ritocco.
Gli statistici, quelli che si chiedono come mai gli Usa si stiano avviando al decimo anno di fila di crescita (per il 2019 il Fondo monetario internazionale stima una crescita del 2,5%), non possono ignorare che a questo giro della ruota ci siano stati due eventi straordinari: prima la Fed che ha stampato moneta come non mai e poi un presidente che ha deciso di cambiare rotta rispetto alla dottrina economica. LA CURVA DEL DEBITO NEGLI USA
La differenza tra i tassi a 10 e 2 anni. Dati in percentale Questi eventi eccezionali hanno allungato il ciclo di espansione, dopandolo. Ma è inevitabile, e probabilmente anche sano, che prima o poi il Pil si contrarrà. Per capire quando gli esperti osservano con un certo interesse la curva del debito. Perché le ultime sei recessioni (dal 1978 al 2008) sono state anticipate da un’inversione della curva dei rendimenti tra la scadenza a 10 e quella 2 anni, ovvero quando i tassi dei titoli a 2 anni hanno superato quelli a 10. Questo indicatore ci dice oggi che non siamo lontani da un’inversione. Alla chiusura di venerdì appena 15 punti base (0,15%) separavano i tassi a 10 (2,88%) da quelli a 24 mesi (2,73%). Ma di solito cosa accade quando la curva si inverte?
«La recessione non arriva subito ma negli ultimi sei casi sono passati in media 17 mesi» ,si legge in uno studio elaborato da Notz Stucki asset manager. Nell’ultimo caso (recessione iniziata a dicembre 2007) la curva del debito si era invertita praticamente due anni prima, nel dicembre nel 2005. Nel precedente (recessione marzo 2001) la curva si era invertita 12 mesi prima (febbraio 2000). E così via. Un altro aspetto curioso della faccenda è che «cinque volte su sei la performance del mercato è stata positiva nello stesso periodo. In media nei mesi trascorsi tra l’inversione della curva dei rendimenti e la partenza della recessione la performance della Borsa Usa è stata del 13%, dividendi esclusi». La statitisca, quindi, è piuttosto rassicurante e sembrerebbe smentire coloro che si aspettano un tracollo delle Borse, a partire da Wall Street, nel 2019 perché: 1) la curva non si è ancora invertita: 2) in passato dopo l’inversione Wall Street nell’83% dei casi è salita.
Va anche considerato però che, come ricordato sopra, nell’ultimo decennio il mondo è profondamente cambiato. E con esso anche gli equilibri statistici potrebbero esserne stati scossi.
L’unica cosa che è certa è che l’economia Usa, stando a quanto preannunciato dalle società nelle ultime trimestrali, sta rallentando. Ma le stime proiettano una crescita del 2,5% per l’anno a venire. Un tasso che farebbe gola a molti Paesi dell’Eurozona
13 dicembre 2018 11:26 - Toio68
Riguardo al commento di Cristina Ciccarelli vorrei fare qualche considerazione. Se qualcuno compra vestiti durante i saldi ed evita di farlo durante il periodo di Natale, viene considerato una persona assennata. Semplicemente prevede che i prezzi saranno bassi durante i saldi e alti durante lo shopping natalizio. Se qualcuno compra l'auto a km zero anziché ordinarla a prezzo pieno evita il prevedibile deprezzamento iniziale, e viene considerato una persona saggia. Ora, se qualcuno fa le stesse cose sui mercati finanziari non dovrebbe essere giudicato ugualmente? Se si comprano titoli quando sono sottovalutati dal mercato perché si prevede che il prezzo crescerà, o si vende quelli sopravvalutati perché si suppone che il prezzo calerà, non si è forse investitori virtuosi? Peraltro, non si aiuta il mercato a stabilire il prezzo più corretto? Speculare alla fine vuole dire proprio "prevedere" (questo dice anche il dizionario), e che male c'è nel farlo? Se i mercati prezzano in maniera sbagliata dei titoli, la colpa è dei mercati, non di chi ne prende vantaggio. Chi compra titoli sottovalutati e vende quelli sottovalutati aiuta solo i mercati a funzionare meglio. O no? Allora, perché "serpenti"? Perché "ruberie"? Le signore che si affollano ai saldi e disertano le vendite natalizie sono forse anch'esse "serpenti" e fanno "ruberie"?
13 dicembre 2018 11:09 - Toio68
Secondo Warren Buffett, basterebbe leggere i capitoli 8 e 20 de "The Intelligent Investor" di Benjamin Graham e il capitolo 12 de "La Teoria Generale..." di Keynes per sapere tutto quello che serve per essere un buon investitore.
Nel 1936 l'economista britannico aveva in effetti descritto benissimo in che maniera i mercati possono essere considerati razionali e in che senso non lo sono assolutamente. Parla di "psicologia dei mercati" e di "precarietà" e di come una minoranza di investitori possano avere rendimenti eccezionali di lungo periodo basandosi sulle prospettive reali anziché sulle ondate di ottimismo e pessimismo della massa degli investitori.
Nel 1949 il professore americano spiega come questi ultimi dovrebbero confrontarsi con questa irrazionalità e incertezza.Per prima cosa non dovrebbe mai lasciarsi abbindolare dalle follie di "Mr. Market", ma fare affari con lui. Prendere vantaggio dal "pendolo" dei mercati, come lo chiama Howard Marks, anziché subirne le conseguenze. Secondo, in ogni investimento occorre un adeguato "margine di sicurezza".
Tornando a Buffett, credo che sia imperdibile il suo articolo "The Superinvestors of Graham-and-Doddsville" in cui nel 1984 si prende beffe di mercati efficienti, random walk e altre teorie allora dominanti. Sempre con la simpatia che lo contraddistingue.
12 dicembre 2018 14:02 - Alessandro Pedone
@Cristina Ciccarelli, complimenti! Percepisco dal suo commento che ha colto veramente nel profondo il lavoro di Sironi!
12 dicembre 2018 12:16 - Cristina Ciccarelli
I serpenti finanziari sono rimasti senza testa perché hanno dimostrato di non saperla usare e chi non sa usare la propria testa dimostra assenza di autocontrollo -irrazionalità costante- e chi non sa gestire la propria emotività rimane alla base della piramide illustrata da Maslow. È l'espressione di un sottosviluppo in un era cd moderna che ha ostentato un controllo che non ha saputo gestire, è come tenere un toro per le corna senza conoscere le caratteristiche dell'animale. Conosci decidi gestisci (olismo), tutto il resto è speculazione (ruberie) queste sono le conseguenze, rischi elevati incertezze costanti irrazionalità in aumento diffidenza e senza fiducia i soldi non girano e si ferma tutto. Gli errori esistono e fanno parte di ogni sistema chiuso e/o aperto ma gli errori nel sistema chiuso hanno conseguenze devastanti ovvero l'autodistruzione perché un sistema chiuso è solo fallimentare proprio perché è chiuso
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