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AUMENTO CANONE RAI
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Comunicato 
19 settembre 1998 0:00
 

PER L'ADUC OCCORRE PREPARARSI AL PEGGIO, PERCHE' ALL'ARROGANZA NON C'E' LIMITE.

Firenze, 19 Settembre 1998. Il direttore generale della Rai ha sollecitato un aumento di quello che chiamano canone d'abbonamento Rai, al fine di dare ossigeno alle casse aziendali e meglio competere per l'acquisizione dei diritti di trasmissione delle partite di calcio.
"Occorre prepararsi al peggio, perche' all'arroganza non c'e' limite". Cosi' interviene Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, che continua: "Per tutta la scorsa estate il presidente del cda, Roberto Zaccaria, ha saltellato da una festa di partito all'altra sostenendo la necessita' di rivedere gli introiti Rai del canone per acquisire i diritti di trasmissione di un fenomeno cosi' popolare come il calcio, e rivendicando il diritto/dovere di farlo per il perseguimento della funzione istituzionale della Rai. Ed ecco che il direttore Celli da' forma concreta ai desideri di Zaccaria e, con l'avvicinarsi della scadenza annuale del cosiddetto canone, ci stanno preannunciando il tormentone che primeggiera' sui teleschermi fra qualche settimana, con relativi concorsi che dovrebbero invogliarci a rinnovare cio' che siamo costretti a fare, pena la violazione della legge.
Chi paghera' per questa politica? Gli utenti e le aziende concorrenti, che dovranno competere con chi, per trovare i denari e soffiar loro l'affare, obblighera' i sudditi di uno Stato a dargli questi soldi. Una volta, tra l'altro, questi sudditi erano stati anche chiamati a dire la loro sull'assetto societario dell'informazione di Stato, e, con un referendum avevano fatto sapere che avrebbero preferito che l'erogatore d'informazioni pubbliche fosse un privato. Ma, si sa, i sudditi non contano, se non quando gli si chiede di "alzare la voce" per meglio favorire il potere del re.
Ma a cosa serve l'Autorita' sulle telecomunicazioni? A cosa servono gli impegni in sede comunitaria e le continue tirate d'orecchi del Commissario europeo alla concorrenza (perche', in assenza di potere coercitivo, sono tali, e non di piu')? A poco o nulla, visto anche il comportamento arrogante e monopolista che si sta sviluppando sulla piattaforma digitale, dove le nuove ipotesi, seguendo le indicazioni comunitarie, sono ….. identiche alle precedenti!
Il prossimo inverno sara' molto duro per i sudditi/utenti del servizio pubblico radiotelevisivo. Intanto, per scaldare i muscoli del cervello, cominciano a non sintonizzarci piu' su quel disservizio pubblico che ci obbligano a pagare: l'astinenza non potra' che farci bene, perche' incrementera' il nostro desiderio di non fargliela passare liscia.
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