
Si sapeva che la procedura d’infrazione sarebbe arrivata a meno che l’Italia entro lo scorso 28 maggio non avesse preso in seria considerazione l’avvertimento della Commissione Ue: la legge italiana che fa scegliere agli operatori turistici se rimborsare un servizio (trasporti e pacchetti viaggio) in voucher o soldi, non è conforme al diritto europeo. E il diritto europeo vale più di quello italiano. Tutti lo sapevano e lo sanno, ma i tutti che ci governano e gli operatori del settore hanno fatto finta di nulla, e intanto hanno trattenuto i soldi delle loro vittime. Viaggiatori vittime due volte: degli scriteriati operatori turistici (non appagati dalle sovvenzioni dello Stato, al pari degli altri), e dello Stato (che aveva trovato un doppio metodo per dare soldi al settore… letteralmente rubandoli per legge).
Migliaia di persone sono incappate in questa squallida e triste situazione, in una sorta di guerra tra poveri dove, complice lo Stato e il Parlamento, si è voluta creare la figura del donatore obbligato.
Ora siamo al dunque e auspichiamo che sia un dunque veloce.
La Corte di Giustizia dovrà esaminare la denuncia della Commissione e sentenziare.
Auspichiamo, ovviamente, per evitare un bagno di soldi con la multa che sicuramente lo Stato italiano riceverà (e i soldi dello Stato italiano sono quelli di tutti noi contribuenti),
che i nostri governanti e legislatori vi rimedino prima della sentenza della Corte di Lussemburgo, con sostanziali scuse e rimborsi alle vittime.
Aduc si è mossa fin dall’inizio contro questo scempio giuridico
Consigliando alle centinaia di persone che si sono rivolte a noi di non rassegnarsi, di pretendere soldi e non voucher, come stabilito dalle norme europee e da quelle italiane del codice del consumo (temporaneamente sospese dalla legislazione d’emergenza votata dal Parlamento).
E oggi, più che mai, forti di questa procedura d’infrazione avviata dalla Commissione, è opportuno e necessario non rassegnarsi all’ingordigia degli operatori turistici e dello Stato.
Abbiamo già messo a disposizione modulistica e argomentazioni per queste legittime pretese.
Che fare subito
Occorre
diffidare con raccomandata A/R la propria controparte perché adempia
e in mancanza di risposta procedere:
-
al giudice italiano se l’operatore turistico ha sede in Italia
-
o con la procedura europea se l’operatore è comunitario
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA