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VICENDA UIC/LTCM E STATO BISCAZZIERE.
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Comunicato 
5 ottobre 1998 0:00
 

L'ADUC CHIEDE LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE UIC, E POI LO SCIOGLIMENTO DI QUESTO ENTE INUTILE. LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, ANCHE SE ALL'UIC E ALLA BANCA D'ITALIA SONO CONVINTI CHE CON L'ARROGANZA POSSONO USARE I SOLDI DEI CONTRIBUENTI COME MEGLIO VOGLIONO.

Firenze, 5 ottobre 1998. Ancora sulla vicenda Uic/LTCM, interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
"Trepidanti in attesa di cosa il Governo e la Banca d'Italia riferiranno in Parlamento sull'attivita' di biscazziere dell'Ufficio Italiano Cambio, sarebbe opportuno che il direttore dell'Uic, Pierantonio Ciampicali, rassegnasse le dimissioni, cosi' come ha fatto il suo collega svizzero, presidente dell'Ubs. Dimissioni che non rappresenterebbero sicuramente la soluzione della vicenda, ma che potrebbero essere un segnale di ravvedimento, fondamentale per la credibilita' interna e internazionale della banca centrale. E, subito dopo, a ruota, occorre chiudere questo ente, ormai inutile da quando sono scomparse le restrizioni valutarie.
Nonostante le assicurazioni del governatore Antonio Fazio, non riusciamo assolutamente ad essere sereni, anche perche' i soldi di questo Stato ci appartengono e stiamo assistendo ad una enorme disparita' di trattamento. Infatti quando lo Stato deve restituire qualcosa, tipo la cosiddetta tassa sull'Europa, se ne inventa di tutti i colori, con rateizzazione legate alla stabilita' politica del ministero e del Governo, ma quando deve prendere non va molto per il sottile, e soprattutto quando deve usare, come nel caso Uic/Ltcm. La nostra sfiducia e' enorme anche perche' non ci fidiamo mai di coloro che sono controllori e controllati nello stesso tempo: ed e' quello che e' successo in questo gioco, dove lo Stato ha investito i soldi dei suoi contribuenti in un fondo che specula sui titoli pubblici italiani, che sono condizionati dalle sue decisioni sui tassi di questi stessi titoli.
Noi osserviamo con gli occhi e le tasche del contribuente e vogliamo che questa storia sia molto chiara. Capovolgiamo la situazione, perche' se tutti sono uguali di fronte alla legge, cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non dovrebbe cambiare: se un contribuente dovesse pagare qualcosa allo Stato, sarebbe lecito che ritardasse il pagamento perche' quei soldi li sta usando per giocare alla roulette, sperando di guadagnarci anche oltre cio' che deve pagare? Pensiamo che se una motivazione del genere fosse addotta per giustificare il ritardo di un qualsivoglia pagamento, qualcuno si metterebbe a ridere. Quanti stanno ridendo perche' la banca centrale dello Stato sta facendo esattamente questo?
Infine rinnoviamo l'invito a tutti i risparmiatori a disdire gli investimenti in titoli pubblici. Gia' lo Stato usa male i soldi che gli diamo obbligatoriamente con il Fisco,
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