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 ITALIA - ITALIA - La metà dei clienti dei ristoranti di Firenze pensa che la qualità sia peggiorata negli ultimi anni
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1 aprile 2025 9:06
 
La ristorazione fiorentina è amata, frequentata, ma anche sempre più criticata. Secondo un’indagine online promossa da MetaFirenze, in collaborazione con Firenze Spettacolo, oltre il 55% dei cittadiniritiene che la qualità della ristorazione sia peggiorata negli ultimi anni, mentre il 61% chiede prezzi più accessibili. Solo il 3,9% dichiara di mangiare stabilmente in centro, a conferma della crescente distanza tra l’offerta del cuore turistico della città e le esigenze dei residenti.

I dati sono stati presentati ieri, domenica 30 marzo, durante LampredOrto, evento dedicato alle più originali varianti di trippa e lampredotto, organizzato all’Orto San Frediano da Associazione Bang! e TroppaTrippa.com, con il supporto del Consorzio Vino Chianti e il patrocinio dell’Accademia della Trippa. L’appuntamento, inserito nel calendario della Settimana del Fiorentino promossa dal Comune di Firenze, ha visto anche un momento di confronto pubblico tra cittadini, operatori del settore, giornalisti e istituzioni. All’incontro hanno partecipato Leonardo Tozzi, direttore di Firenze Spettacolo, Leonardo Romanelli, critico enogastronomico, e Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, partner dell’iniziativa.

All’indagine online hanno partecipato 258 persone. I risultati principali sono stati: 
Il 47,1% va a cena fuori 1–2 volte al mese
Il 13% preferisce uscire sempre nei giorni feriali
Il 58,7% spende in media tra i 20 e 35 euro a persona (bevande escluse)
35% spende tra i 35-50 euro
Il 55,2% ritiene che la qualità della ristorazione sia peggiorata
Il 61,4% chiede prezzi più accessibili
Solo il 3,9% mangia sempre in centro

Le tipologie preferite restano le trattorie tradizionali, seguite da osterie moderne e pizzerie 
Durante il confronto che si è tenuto durante LampredOrto sono emerse visioni critiche ma anche proposte costruttive per il rilancio della ristorazione fiorentina.

“Siamo passati da 50 a 500 ristoranti in centro. L’offerta si è moltiplicata ma ha perso identità. Troppi locali sono nati solo per i turisti, con una proposta banalizzata e standardizzata. È difficile oggi trovare una vera trattoria dove si possa passare una buona serata senza per forza mangiare sempre le stesse cose”, ha detto Leonardo Romanelli, critico enogastronomico, commentando l’eccessiva proliferazione di locali turistici nel centro storico di Firenze.

“Il centro storico – ha aggiunto Leonardo Tozzi, direttore di Firenze Spettacolo –  si sta trasformando in un non-luogo. I provvedimenti per salvaguardare il patrimonio sono legittimi, ma senza politiche parallele di accessibilità per i cittadini si rischia di espellere i residenti e con loro anche l’identità gastronomica fiorentina”.

“Il 35% delle nostre vendite – ha spiegato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – avviene attraverso i ristoranti. Le modifiche al Codice della Strada e il clima di paura che si è creato stanno penalizzando anche chi consuma vino con moderazione. Non possiamo criminalizzare il calice di vino a tavola. Dobbiamo promuovere una cultura del bere consapevole, non cadere nel proibizionismo”.
(FoodAffairs.it del 31/03/2025)

 
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