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 ITALIA - ITALIA - Caso Cucchi. Medici assolti: non si poteva salvare
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7 ottobre 2016 12:22
 
Stefano Cucchi e' morto di malnutrizione e, anche se i medici dell'ospedale Sandro Pertini, dove era in cura, "hanno omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione", "appare logicamente poco probabile che il ragazzo si sarebbe salvato". A tre giorni dalle conclusioni della perizia medico-legale disposta dal gip che ha individuato come causa piu' probabile del decesso l'epilessia escludendo un nesso tra il pestaggio (attribuito ad alcuni carabinieri) e la morte del geometra 32enne avvenuta il 22 ottobre del 2009, sei giorni dopo l'arresto per droga, e' la terza corte d'assise d'appello di Roma a tornare sulla vicenda spiegando perche' il 18 luglio scorso sono stati assolti dall'accusa di concorso in omicidio colposo il primario dell'ospedale Aldo Fierro e i sanitari Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo perche' il fatto non sussiste. Si tratta dell'esito del nuovo giudizio di secondo grado, sollecitato dalla Cassazione affinche' si accertasse l'operato di chi aveva avuto in cura Cucchi. E per la Corte gli imputati "hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione da cui il paziente era affetto, di inquadrare il caso nelle sue linee generali e, conseguentemente, di attuare i presidi terapeutici necessari", ma il decesso di Cucchi non e' dipeso dal loro operato.  

"Siamo ad una situazione paradossale. A pochi giorni di distanza abbiamo una sentenza che afferma che Cucchi è morto per inanizione, una perizia che invece sostiene che la causa della morte è l'epilessia oppure la vescica neurologica. Quello che è certo è che quello che è avvenuto è legato casualmente alle lesioni subite da Stefano". Commenta così l'avvocato Stefano Maccioni, legale della mamma di Stefano Cucchi, le motivazioni della sentenza d'appello bis.
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