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 U.E. - U.E. - Confermati i dazi sui veicoli elettrici cinesi
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4 luglio 2024 22:23
 
Bruxelles accusa Pechino di elargire ai suoi produttori di automobili enormi quantità di sussidi che portano a prezzi artificialmente bassi e a una concorrenza sleale. I dazi avranno effetto immediato, ma saranno ridiscussi con la Cina entro novembre

A partire dal 5 luglio saranno applicati forti dazi sui veicoli elettrici a batteria (BEV) prodotti in Cina. Lo ha stabilito Commissione europea. Si tratta di una decisione epocale destinata a ridefinire le relazioni di Bruxelles con Pechino e a sollecitare misure di ritorsione nei confronti dei produttori europei.
Il provvedimento, anticipato all'inizio di giugno, è il risultato di un'indagine approfondita che ha rilevato la presenza di sovvenzioni lungo l'intera catena di fornitura dei BEV prodotti in Cina, sia da parte di aziende nazionali che straniere. Secondo i funzionari, il denaro pubblico è stato individuato ovunque, dall'estrazione delle materie prime necessarie per produrre le batterie ai servizi di spedizione impiegati per portare i prodotti finiti sulle coste europee.

L'entità delle sovvenzioni consente ai produttori cinesi di offrire i loro BEV a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelli assemblati nel blocco, dove i costi energetici e di manodopera sono molto più elevati. Il divario di prezzo ha innescato una rapida impennata delle importazioni di BEV di produzione cinese: da una quota di mercato del 3,9% nel 2020 al 25% alla fine del 2023, secondo la Commissione.

Quali rischi per le importazioni in Ue di veicoli elettrici
Questa ondata di importazioni a basso costo rappresenta una "minaccia di pregiudizio economico" per i concorrenti dell'Ue che porterebbe a perdite insostenibili e metterebbe a rischio oltre 12 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti, avverte l'esecutivo.
Le tariffe sono quindi necessarie per compensare il vantaggio concesso dai sussidi.

La decisione pubblicata giovedì prevede dazi differenziati, calcolati in base alla società madre, al fatturato annuo e all'ammontare sospetto delle sovvenzioni ricevute. Si aggiungeranno all'attuale aliquota del 10 per cento. Di seguito il dettaglio dei dazi previsti.: BYD: 17,4 per cento; Geely: 19,9 per cento; SAIC: 37,6 per cento; Altri produttori di BEV in Cina che hanno collaborato all'indagine ma non sono stati sottoposti a campionamento individuale: 20,8 per cento; Altri produttori di BEV in Cina che non hanno collaborato: 37.6 per cento.

L'introduzione delle misure sarà, per il momento, provvisoria. Le autorità doganali richiederanno agli esportatori cinesi garanzie bancarie piuttosto che contanti, il che significa che i clienti finali potrebbero non notare immediatamente un cambiamento nelle loro tasche.

Gli Stati membri terranno una prima votazione tra due settimane, ma non sarà vincolante e servirà a testare le acque politiche. Le tariffe rimarranno in vigore fino alla decisione finale di novembre, che i Paesi potrebbero bloccare con una maggioranza qualificata contraria.

La Germania e l'Ungheria sono tra i probabili oppositori, anche se potrebbero non raggiungere il numero necessario per far deragliare l'iniziativa (almeno 15 Stati membri).

Pechino critica l'indagine sui veicoli elettrici
Nel frattempo, Bruxelles e Pechino discuteranno di possibili soluzioni che potrebbero evitare l'introduzione permanente di tariffe.
"Continuiamo a impegnarci intensamente con la Cina per trovare una soluzione reciprocamente accettabile. Qualsiasi esito negoziato della nostra indagine deve rispondere in modo chiaro e completo alle preoccupazioni dell'Ue e rispettare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio", ha dichiarato in un comunicato Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile del commercio.

Le speranze di una svolta sono tuttavia scarse. Pechino ha contestato l'indagine nella forma e nella sostanza, definendola un "nudo atto protezionistico" che "ha costruito artificialmente e ingigantito i cosiddetti sussidi", e ha promesso di "prendere tutte le misure necessarie per difendere con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi".

Il mese scorso, il ministero del Commercio cinese ha avviato un'indagine antidumping sulle importazioni di carne suina dall'Ue, una mossa ampiamente considerata come un preludio alla ritorsione. L'agricoltura e l'aviazione sono considerati i settori più vulnerabili all'ira di Pechino.

(Euronews)

 
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