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Le illusioni del protezionismo e del mercantilismo
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Articolo di Primo Mastrantoni
31 gennaio 2017 12:20
 
 Adam Smith (1723–1790), filosofo ed economista, si e' rivoltato nella tomba a sentire le proposte protezioniste e mercantiliste del presidente degli USA, Donald Trump. La teoria del vantaggio comparato non e' pane per Trump che dichiara "Dobbiamo proteggere i nostri confini dalle devastazioni di altri Paesi che fanno i nostri prodotti, che rubano le nostre aziende e distruggendo il nostro lavoro". Forse Trump non sa che il 40% delle aziende, censite nella classifica Fortune 500, sono state fondate da immigrati o da figli di immigrati. Insomma il presidente Trump non crede ai vantaggi reciproci della libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi. Anche se alcuni settori dell'economia degli Stati Uniti sono stati danneggiati da un aumento degli scambi con la Cina, gli Stati Uniti hanno anche beneficiato largamente del basso costo dei beni di consumo importati dalla Cina e della possibilita' di esportare in un mercato di grandi dimensioni e in rapida crescita.
Sembra di sentire alcuni politici nostrani che propongono di "produrre quel che mangiamo e mangiare quello che produciamo". In questo modo si arriverebbe alla fame perche' meta' del frumento lo importiamo; ma la frase e' bella e fa effetto, soprattutto sui sovranisti che sarebbero i nazionalisti di turno. L'autarchia non serve e pare che la memoria serva ancor meno salvo, poi, far pagare il prezzo di certe scelte agli ingenui di turno. Si ricordi "l'italianita' di Alitalia" come e' andata a finire: 7,4 miliardi a carico dello Stato (studio Mediobanca), cioe' del cittadino contribuente e la "compagnia di bandiera" sempre sull'orlo del precipizio.
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