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Onu. Arlacchi e le operazioni in Afghanistan: la teologia e' stata la chiave del successo
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Articolo di Donatella Poretti
26 ottobre 2001 19:17
 

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Questa mattina a San Patrignano, nel corso del convegno Rainbow, e' intervenuto il direttore dell'Undcp, Pino Arlacchi che al termine ha anche tenuto una conferenza stampa con Rustam Nazarov, Direttore del Tajik (Agenzia Antidroga) e ministro dell'Interno del Tajikistan. Arlacchi ha ribadito il successo delle operazioni sostenute dalla propria agenzia: il risultato e' "uno dei pochi indiscutibili dell'azione dell'Onu in Afghanistan", e ha liquidato come "leggenda malefica e falsa" l'accusa di aver finanziato, piu' o meno indirettamente, i Taleban.
Il direttore dell'Undcp ha mostrato i dati delle coltivazioni e della produzione di oppio in Afghanistan: nel 2001 le coltivazioni sono state 7.606 ettari contro gli 82.172 del 2000, una riduzione del 91%. I dati, se letti per zone offrono addirittura risvolti ancora piu' stupefacenti: le zone sotto il controllo dei Taleban, con cui l'Onu aveva aperto le trattative, hanno operato una riduzione pari quasi al 100%, mentre le zone sotto il controllo dell'Alleanza del Nord sono quelle che hanno ridotto quasi per nulla le loro coltivazioni.
Arlacchi ha insistito molto nel sottolineare la difficolta' dell'operazione che ha puntato tutto facendo leva sull'anti islamicita' dell'oppio, le pressioni teologiche (l'oppio e' contro il Corano) sono state la chiave che ha portato al successo finale di ottenere il divieto imposto dai Taleban ai contadini di coltivare oppio. Il fatto che il mullah Omar oggi con altissima probabilita' abbia tolto il divieto non e' l'opinione di Arlacchi, che invece crede che il divieto sia stato ribadito, ma che i contadini non lo rispettano piu', vista la difficile situazione. Solo a febbraio, quando le coltivazioni fioriranno, e saranno quindi riconoscibili, si potra' fare una nuova stima e sara' possibile distruggerle.
Per quanto riguarda la situazione dei depositi di oppio, Arlacchi ha confermato che potrebbero contenere scorte per rifornire il mercato per un intero anno, ma se prima dell'11 settembre esisteva una mappatura, oggi non e' sicuramente piu' valida. Tuttavia il problema principale rimane quello della produzione, ed e' su questa linea che bisogna insistere, "il vero risultato e' stato che abbiamo rimosso tremila tonnellate di droga dal mercato mondiale" ribadisce Arlacchi. L'Afghanistan fino all'anno scorso riforniva il mercato con il 70-80% di eroina ed era il primo Paese, seguito dal Myammar e dal Laos, quest'anno la riduzione di produzione mondiale e' stata del 67% e l'Afghanistan ha lasciato il suo primato alla Birmania, seguita da Laos e, nuova entrata, dalla Colombia. Questi dati riguardanti l'oppio e l'Afghanistan possono essere letti nel rapporto annuale dell'Undcp pubblicato in Internet a questo indirizzo: clicca qui.
Al termine della conferenza stampa e' intervenuto anche il generale Rustam Nazarov, Direttore del Tajik, l'Agenzia Antidroga del Tajikistan, creata e sostenuta dall'Onu e dallo stesso Arlacchi. Nazarov ha illustrato i suoi successi: nei primi 9 mesi dell'anno le autorita' tajike hanno sequestrato oltre 3 tonnellate di eroina proveniente dall'Afghanistan, sequestro record visto che nei 12 mesi dell'anno precedente era stata sequestrata in tutto poco piu' di una tonnellata. Arlacchi ha cercato di ribadire l'importanza della cifra visto che negli Usa al massimo vengono sequestrate 1,3-1,6 tonnellate all'anno. Il generale Nazarov ha cercato di spiegare che tra Taleban e Alleanza del Nord nei confronti dell'oppio non c'e' grande differenza, entrambi traggono profitto dal narcotraffico, e anche se fra di loro "i due gruppi non si sopportano" e' probabile che abbiano uomini in comune dedicati al commercio di stupefacenti. Entrambe le formazioni politiche chiosa Arlacchi ricavano profitto dalla tassazione dell'oppio, ma se poi si pensa che non essendo dei veri e propri Stati, quando trafficanti e governanti si confondono, i profitti aumenterebbero di molto.

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