Oggi è la giornata mondiale del gatto. Leggiamo di tutto e, ovviamente, contano di più i gatti di persone famose non per le politiche animaliste di queste star, ma perché - non necessariamente in cattiva fede - hanno un gatto con cui si coccolano. Importante, comunque, che qualcuno si accorga che ci sono ancora i gatti cosiddetti randagi e quanto siano importanti le cosiddette gattare che, in luoghi pubblici, cercano di alleviare la loro vita.
Ma c’è una cosa che tanti (troppi) hanno dimenticato. Le continue frecciate del papa cattolico Francesco contro le persone che amano questi animali, considerandoli come parte della propria famiglia e, perché no, avendo conforto a seguito di una propria scelta di non avere figli.
Il papa vaticano ha spesso fatto appello (con molta risonanza, soprattutto in Italia, dove è ospitato e pagato il suo Stato) contro queste bestiole e i loro amici/nemici cani, strumentalizzandoli per la sua campagna per indurre le donne a fare più figli per la patria e la sua religione
Ovviamente il papa non ha manifestato disprezzo per i gatti, ma ostilità nei confronti degli umani che hanno scelto di vivere con un gatto o un cane. Il nostro capo di Stato sembra proprio ignorare cosa voglia dire per un umano vivere ed essere importante per un amico a quattro zampe. Peggio per lui, non sa cosa perde, visto che ha anche scelto di non procreare e nonostante questo si dispensa nel criticare chi, secondo lui, amando un gatto non debba che viverlo come sostituzione ad un bimbo.