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Overtourism: chi dà la colpa ai turisti. Corporazioni e politica
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
4 luglio 2024 11:15
 

 Overtourism, il fenomeno del turismo che sta uccidendo molte città e molte località turistiche. Fenomeno con la conseguenza che i turisti si recano in luoghi che sono delle sorte di “parco di divertimento”, dove incontrano i gestori di questi parchi e i commercianti a cui sono stati concessi gli spazi come accade in un centro commerciale.

Istituzioni latitanti e incapaci che, nella maggior parte dei casi, credono di trovare risposte incentivando il turismo di lusso, mentre alzano le braccia quando residenti e studenti che vorrebbero studiare nelle università di queste città, fanno presente loro che le situazioni sono invivibili.

A questo si aggiunga che il nostro è un Paese dove gli spazi di economia e vivibilità sono quasi ad esclusiva gestione delle corporazioni, che si ingraziano il potere con il contraccambio del consenso e, in linea di massima, col pagamento delle tasse. Non è un caso, infatti, che alla riduzione drastica della partecipazione degli elettori corrisponde la crescita di partiti politici che aggregano consensi con sovranismo, corporativismo… cioè difesa e rafforzamento di nicchie economiche arroccate nei propri fortini inespugnabili. E chi non c’è dentro… via! Espulso! Come i nuovi lavoratori, gli studenti fuorisede, gli immigrati.

L’argomento è vasto. Qui vogliamo evidenziare uno dei tanti tasselli che contribuiscono alla distruzione dei tessuti urbani ed umani: gli operatori turistici. 

In particolare quelli dei viaggi organizzati che, partendo dal presupposto che i cosiddetti Airbnb siano una iattura perché favoriscono il turismo individuale cosiddetto non organizzato, prospettano scenari in cui le soluzioni all’overtourism sarebbe nel dare priorità ai clienti delle agenzie di viaggi.

Chi come me abita in una città che sta morendo per l’overtourism, Firenze, vede ogni giorno che il problema non è come e chi organizza la presenza turistica, il turista da sè o l’agenzia, ma il turismo in sè. Che, tra l’altro, nello specifico dei viaggi organizzati per gruppi con alto numero di partecipanti, presenta maggiori problemi per mobilità, occupazione degli spazi  e vivibilità.

Le corporazioni degli agenti di viaggi, come tutte le altre corporazioni, mettono se stesse al centro delle politiche e, facendo finta che non esistano i problemi generali, pensano solo a presunte  soluzioni che privilegino solo se stesse.

Compito della politica, nazionale e locale, dovrebbe essere di amministrare e trovare il giusto equilibrio tra le diverse esigenze. Ma la politica (ad ogni livello) sembra più interessata al proprio mantenimento… ragion per cui presta attenzione a chi le può dare di più. 
Va da sè che, rispetto al singolo viaggiatore che cerca le offerte più economiche e l’operatore/agenzia, è quest’ultima che viene privilegiata. Non è un caso, per esempio, che, in città come Firenze e non solo, non esistono bagni pubblici e servizi di ristoro pubblico all’altezza della domanda, ma solo mediati attraverso esercizi pubblici e albergatori: pipì? Come minimo ti devi comprare un caffè? Riposarti? Panchine con servizi di ristoro tipo fontanelle pubbliche e servizi igienici dove consumare i propri cibi e luoghi in ombra… assenti; solo gradini dove talvolta i vigili ti fanno (giustamente) andar via; le resse maleodoranti e da infezioni da contatti umani sono il minimo nei luoghi - per modo di dire - più economici di acquisto e per niente attrezzati al consumo. Servizi, anche di ristoro e consumo, gestiti dalle pubbliche autorità… inesistenti!

Ampia - e qui non affrontiamo - la conseguente valutazione su città in cui non ci sono incontri tra culture e persone, abitudini e confronti, ma solo consumi fini a se stessi.

In queste città trasfigurate come tali - checché se ne dica anche per l’inserimento dei monumenti nel contesto urbano/civico - oltre al bla bla più o meno elettorale, l’unica cosa che va avanti è il lusso. Alberghi di lusso, ristoranti di lusso, trasporti di lusso, incontri di lusso, cultura di lusso. La politica e le amministrazioni considerano più importante il bilancio fatto di aridi numeri che non quello fatto di esseri umani e interazioni. Che, organizzandolo con la visione del bene pubblico e diffuso, è altamente probabile che faccia più che tornare in pari i numeri.

Per chi avesse ancora qualche dubbio, un esempio: chiude un vecchio cinema nel centro storico  o viene dismesso un qualche spazio religioso e/o pubblico…. qualcuno ha visto la  creazione di una VERA casa dello studente, di alloggi popolari, di spazi pubblici di ristoro per turisti? Giammai. Vediamo, invece, appartamenti e/o alberghi di lusso (anche con la beffa di finti studentati), centri commerciali che sembrano i corridoi dei duty free degli aeroporti.


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