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 U.E. - U.E. - Prezzi agricoli in calo, ma non ancora ricadute su consumatori
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3 maggio 2024 13:17
 
Sebbene l’indice dei prezzi agricoli Ue sia diminuito rispetto al 2022, questo calo non si è ancora pienamente tradotto in una riduzione dei prezzi alimentari per i consumatori. Per quanto riguarda la produzione del settore, le tendenze nei vari comparti sono differenziate. Nel 2024-2025 la produzione cerealicola dovrebbe aumentare fino ad almeno 278,5 milioni di tonnellate (+3% su base annua), principalmente grazie a rese migliori, mentre si prevede un aumento dei semi oleosi e delle colture proteiche nel 2024/25 a causa di un aumento della soia, dei piselli e dei fagioli da foraggio. È quanto emerge da un rapporto di previsione della Commissione europea.

 Nel rapporto la Commissione Ue indica che il settore agricolo continua ad essere influenzato da numerosi eventi al di fuori del suo controllo come le crisi climatiche e geopolitiche, che continuano a esercitare pressioni sugli agricoltori. Ciò ha implicazioni sulla produttività, sul commercio, sulla domanda dei consumatori, sui prezzi e, in ultima analisi, sul reddito degli agricoltori.

Dall’ultima previsione a breve termine (autunno 2023) e nonostante alcuni sviluppi favorevoli ma limitati nei costi dei fattori produttivi, i loro prezzi, compresi quelli di energia, fertilizzanti e mangimi per animali, sono significativamente superiori ai livelli pre-Covid. Le incertezze per gli agricoltori “derivano anche dagli imprevedibili eventi meteorologici estremi, dai conflitti geopolitici che mettono sotto pressione i mercati agricoli e da fattori economici come i tassi di interesse ancora elevati e l’aumento del costo del lavoro”. I prezzi dei prodotti alimentari rimangono ancora elevati, il che, combinato con le scarse prospettive di crescita economica, “limita le prospettive di ripresa della domanda dei consumatori”.
Per quanto riguarda i prezzi al consumo dei prodotti alimentari, questi si sono stabilizzati da marzo 2023, è aumentato in media del 43% rispetto al 2015. In alcuni paesi l’aumento è stato più significativo, come in Polonia (+65%) o Lituania (+ 69%).

Nel 2024/25 la produzione cerealicola aumenterà fino a circa 278,5 milioni di tonnellate (+3% su base annua), principalmente grazie a rese migliori. Le condizioni umide hanno influenzato la produzione di cereali nel 2023/24 e hanno reso talvolta difficile per gli agricoltori accedere ai loro campi per seminare cereali primaverili. Nel complesso, le importazioni di cereali nel 2023/24 (luglio 2023-giugno 2024) potrebbero rimanere superiori del 17% rispetto alla media quinquennale. Tuttavia, il miglioramento della logistica del corridoio del Mar Nero facilita le esportazioni di cereali ucraini verso i mercati globali, con meno cereali ucraini che entrano nella Ue.

Nel 2023/24 la superficie coltivata e la resa dei semi di soia e di girasole aumenteranno. Si prevede che la produzione di semi oleosi e colture proteiche aumenterà nel 2024/25, trainata da un aumento della soia, dei piselli e delle fave. La ripresa della produzione di zucchero è confermata a 15,6 milioni di tonnellate. Finora, tuttavia, l’elevato prezzo dello zucchero ha limitato la ripresa dei consumi.

La Ue prevede che la produzione di olio d’oliva registrerà una leggera ripresa nel 2023/24 (ottobre 2023-settembre 2024) dopo un raccolto record lo scorso anno. La riduzione dell’offerta continua a far salire i prezzi. Ciò porta i consumatori a passare ad altri oli e grassi o a ridurre l’assunzione complessiva di oli. Di conseguenza, il consumo potrebbe raggiungere il suo minimo storico nel 2023/24.

La produzione di vino in Italia e Spagna è diminuita significativamente nel 2023/24 (agosto 2023-luglio 2024) a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Il consumo di vino nella Ue continua la sua tendenza al ribasso, poiché le generazioni più giovani preferiscono altri tipi di bevande alcoliche, come birre o cocktail, oltre al minore potere d’acquisto dei consumatori. La “distillazione di crisi”, autorizzata nell’estate 2023 dalla Commissione europea, è stata attuata in diversi paesi per rimuovere dal mercato circa 33 milioni di ettolitri. Nonostante questo intervento e il calo della produzione, non si prevede che le scorte seguano.

Le condizioni meteorologiche avverse hanno avuto un impatto negativo anche sulla produzione europea di mele e arance, le esportazioni delle quali diminuiranno drasticamente, mentre le importazioni di arance aumenteranno esercitando una maggiore pressione sui produttori nazionali.

Nonostante una mandria di vacche da latte in continua diminuzione (-0,5%), si prevede che l’offerta di latte rimarrà relativamente stabile nel 2024 (+0,4%) e potrebbe essere sostenuta da un aumento delle rese (+0,9%). I paesi vivono situazioni contrastanti, influenzate in modo diverso dalle condizioni meteorologiche o dai cambiamenti strutturali in corso. Produzione ed esportazioni di formaggio sono ancora forti e potrebbero continuare ad aumentare nel 2024. Anche le esportazioni di burro potrebbero rimanere positive con un consumo interno stabile.

Quanto al settore dell’allevamento, questo sta attraversando cambiamenti strutturali, guidati principalmente da uno spostamento delle preferenze dei consumatori dalla carne bovina al pollame e da vincoli ambientali. Il consumo pro capite di carne bovina nel 2023 è sceso a 9,7 kg (-4,7% su base annua). Il calo dei consumi potrebbe continuare del 2,8% nel 2024. La produzione di carne bovina potrebbe continuare a diminuire e ciò potrebbe sostenere i prezzi. La produzione di carne suina sta registrando un calo simile, pari al -6,6% nel 2023. La riduzione potrebbe rallentare allo 0,4% nel 2024.
La domanda di pollame, come fonte di proteine più economica, è ancora elevata. Il consumo pro capite è aumentato del 3% nel 2023 e potrebbe crescere di un ulteriore 2% nel 2024. Anche le importazioni di pollame continuano ad essere elevate.

(Radiocor)
 
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