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Italiani in calo. Non è detto che sia negativo, visto che il Pianeta va al contrario
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10 aprile 2025 16:19
 
 
In audizione al Parlamento, Inps ha ricordato che la popolazione italiana, oggi 59 milioni, è in calo, prevedendo di arrivare a 46,1 milioni nel 2080. Il tasso  di fecondità (2024) è di 1,18 figli per donna. 

Il calo demografico è materia di provvedimenti da parte di governi di tutti i tipi che, però, lasciano sempre aperto un problema: sono le donne, discriminate socialmente ed economicamente, che decidono, in un contesto di crescita del costo della vita a cui gli stipendi (maschili e femminili) non riescono a star dietro. I provvedimenti sono sempre del tipo bonus a tempo e mai strutturali (casa, lavoro, Iva ultimamente anche maggiorata per prodotti per l’infanzia, etc)... più un alibi che altro.

Ma c’è una stridente realtà mondiale che va al contrario: saremo, rispetto agli attuali 8,2 miliardi, 10,3 miliardi entro la metà dei prossimi anni Ottanta (2).
Il Pianeta è sempre di più unico soggetto economico, anche se Trump e suoi sodali fanno di tutto per erigere muri e moltiplicare povertà e difficoltà. I Paesi che hanno maggiori incrementi demografici, continuano ad essere quelli più poveri, verso i quali (sempre Trump e sodali) vengono anche cancellate le poche politiche di autodeterminazione ed autosufficienza. Le migrazioni, sempre esistite, saranno quindi sempre in crescita, anche se qualcuno (tipo governo d’Italia) plaude per numero migranti in calo che arrivano sul proprio territorio.

Questa popolazione affamata, senza diritti, senza rispetto e senza giustizia, dovrà pure andare da qualche parte e, tranne folli politiche che plaudono (come nei secoli passati) a guerre ed epidemie per il controllo demografico, tutti ce ne dobbiamo fare carico, soprattutto Paesi come il nostro che, al momento, sono nel novero di quelli cosiddetti ricchi.

L’INPS, quindi, può pure ricordarci che ci sono al momento meno persone che nascono in Italia, ma il contesto in cui ciò avviene va in direzione opposta, e non può che coinvolgerci.

Un campanello d’allarme rispetto al quale sarebbe negativo guardare solo i propri territori e continuare a dirsi addosso che siamo preoccupati per il calo demografico, perché così non è. Occorrerebbero politiche che partano da questo assunto e non che si felicitino, grazie magari a qualche bonus, per qualche nato in più.


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