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Rette RSA. Per il Consiglio di Stato la salute viene prima della contabilità
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Articolo di Claudia Moretti
16 aprile 2025 8:59
 
Con la sentenza n. 3074 del 10 aprile 2025, il Consiglio di Stato, Sezione III*, interviene nuovamente su una questione che tocca il cuore del diritto alla salute: la compatibilità tra percorsi terapeutici personalizzati e rigidi vincoli amministrativi e finanziari posti dalle Regioni e dalle ATS.

Il caso riguarda una paziente con grave patologia cronica residente in Lombardia, ma da anni inserita in un percorso riabilitativo presso una struttura ligure accreditata, percorso caratterizzato dall’alternanza di periodi di ricovero e permanenze al domicilio, che nel tempo ha prodotto risultati clinici positivi e stabilità del quadro patologico. 

La ATS di Milano – pur riconoscendo la validità del percorso terapeutico – ha rifiutato di riconoscere economicamente la permanenza del posto letto per i giorni durante i quali erano previsti i rientri a casa, invocando l’applicazione automatica di una clausola che prevedeva, per periodi di assenza in struttura, superiori a 40 giorni annui, un tetto massimo oltre il quale l’Amministrazione non assume oneri e le strutture si organizzano coi degenti e familiari per il pagamento.

Il Consiglio di Stato, confermando la sentenza del TAR Lombardia n. 2061/2023, respinge l’appello dell’ATS e adotta un’interpretazione sistematica della normativa che non ammette automatismi, invocando la possibilità di derogare al tetto finanziario in presenza di specificità clinico-assistenziali, previa valutazione della ASL competente.

In definitiva, la sentenza riafferma un principio chiaro: le regole amministrative, pur legittime, devono piegarsi laddove la loro applicazione formale compromette la tutela effettiva della salute, specie in contesti di fragilità psichica o cronica. E lo fa con una motivazione rigorosa, che unisce diritto, clinica e buon senso. 

La sentenza, inoltre, chiarisce il fatto che l’assenza dalla struttura non interrompa, ma faccia parte integrante, del percorso di cura. Anche se parrebbe una ovvietà e un principio di poco conto, significa guardare con occhi diversi alla malattia mentale grave e gravissima cronica ed alle soluzioni personalizzate che impone.

 Non di solo ospedale, dunque, si occupa la sanità, e il paziente rimane paziente in ogni setting del proprio unico e individualizzato progetto di cura.
 
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